Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby. Ansa

Guerra tra Israele e HamasKhamenei: "Ebrei sconfitti"Usa: "Non invieremo soldati"

L'Onu condanna l'assedio di Gaza Mosca: "In contatto con tutte le parti"

WASHINGTON – Sono ore frenetiche per le diplomazie del mondo, al lavoro per trovare una via d’uscita dalla guerra tra Israele e i miliziani palestinesi di Hamas, sopita da decenni ed esplosa brutalmente sabato 7 ottobre. Il presidente americano Joe Biden ha informato i leader europei – il primo ministro italiano Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Rishi Sunak – sulle prospettive dell’intervento israeliano nella Striscia di Gaza. Biden ha da subito assicurato il sostegno di Washington a Israele: “Abbiamo sempre saputo chi è Hamas. Hamas è l’Isis. E lo sconfiggeremo proprio come il mondo illuminato ha fatto con l’Isis”, ha dichiarato.

Il dialogo Usa – Israele

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, per “riaffermare gli sforzi degli Stati Uniti finalizzati a garantire il rilascio immediato di tutti gli ostaggi”. Mentre il più alto ufficiale delle forze armate statunitensi, il generale Charles Q. Brown, ha parlato per la prima volta con la sua controparte israeliana, il tenente generale Herzi Halevi, per discutere la situazione sul campo.

D’altra parte gli Usa “non hanno nessuna intenzione di inviare soldati americani in Israele”, ha affermato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. In cui ha anche annunciato che il primo pacchetto di aiuti per Israele è già “stato spedito”.

La Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha commentato le tensioni tra Israele e Palestina e ha parlato di una “sconfitta irreversibile da parte del regime sionista sia in termini militari che a livello di intelligence”. Lo riporta Irna citando un discorso di Khamenei all’accademia delle forze armate della Repubblica islamica.

La condanna dell’Onu e il lavoro dell’Ue

Le Nazioni Unite ammoniscono Israele dopo l’annuncio da parte del ministro della Difesa Yoav Gallant di interrompere i rifornimenti di cibo, benzina ed elettricità a Gaza: per l’Onu l’assedio totale della Striscia è “proibito” dal diritto internazionale umanitario. L’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) ha segnalato che sono oltre 187mila gli sfollati interni nella Striscia: “La maggior parte si sta rifugiando nelle scuole dell’Unrwa”, ha detto un portavoce dell’organizzazione.

L’Ue ha invece deciso di svolgere a porte chiuse il dibattito sugli sviluppi in Israele e Palestina, dopo la confusione generata dall’annuncio sullo stop degli aiuti ai palestinesi. La decisione è stata comunicata dalla presidenza della commissione che ha spiegato che si tratta di una “scelta interna”. L’Ue ha anche invitato Israele e l’Autorità nazionale palestinese al Consiglio Affari Esteri straordinario convocato per il pomeriggio del 10 ottobre.

Tajani incontrerà Al-Sisi

Anche l’Italia è al lavoro per instaurare un dialogo con le parti coinvolte e con gli attori regionali. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato a Restart, su Rai 3, che domani sarà in Egitto per incontrare il presidente Abdel Fattah Al-Sisi e il ministro degli Esteri Sameh Shoukry. “È importante mantenere il dialogo anche con i Paesi arabi moderati”, ha detto Tajani, sottolineando l’impegno per “una de-escalation, fermo restando il sostegno a Israele contro una vile aggressione” da parte di Hamas.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Ansa

I possibili mediatori

E proprio l’Egitto sta cercando di mediare tra Israele e Hamas, mantenendo contatti con entrambe le parti, nel tentativo di prevenire un’ulteriore escalation dei combattimenti e di garantire la protezione degli israeliani presi in ostaggio dai militanti palestinesi.

Anche il Qatar ha organizzato riunioni per cercare di negoziare la libertà di donne e bambini israeliani sequestrati dal gruppo militante e detenuti a Gaza, in cambio del rilascio di 36 donne e bambini palestinesi dalle carceri israeliane. Il ministero degli Esteri del Qatar Mohammed Al-Thani ha confermato a Reuters il suo coinvolgimento nei colloqui di mediazione tra Hamas e funzionari israeliani.

La Lega Araba – organizzazione che comprende Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Iraq, Libano e Siria – ha annunciato che si riunirà mercoledì al Cairo in un “incontro straordinario finalizzato a trovare vie di azione politica regionale e internazionale”. Intanto il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha riferito al presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmud Abbas di stare lavorando per prevenire “un’espansione” del conflitto”, confermando che Riad è “al fianco del popolo palestinese per ottenere i suoi legittimi diritti a una vita dignitosa”.

Mohammed bin Salman

Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Ansa

Il ruolo della Russia

Anche la Russia ha affermato di essere “in stretto contatto con tutte le parti”. Il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov ha dichiarato che sono “possibili” anche contatti tra la Russia e gli Usa, qualora i due Paesi si mostrassero interessati a un confronto.

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha invece scritto su Telegram di “sostenere la Palestina”. Nel messaggio ha detto: “Chiediamo la fine della escalation. Se necessario siamo pronti a inviare le nostre unità in qualità di forze di peacekeeping per ristabilire l’ordine e affrontare chi crea problemi”.

Mentre il portavoce Usa Kirby ha assicurato che “il sostegno all’Ucraina continuerà: gli Stati Uniti sono un Paese forte abbastanza da sostenere sia Kiev che Israele”.

 

Veronica Stigliani

Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna nel 2019 con una tesi intitolata "States and non-state actors in the Middle East", collaboro con The Euro-Gulf Information Centre (EGIC), OSMED-Osservatorio sul Mediterraneo e La fionda.