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HomeEsteri Hong Kong, l’ex magnate dei media Jimmy Lai dichiarato colpevole di sedizione e collusione

L'ex magnate Jimmy Lai
giudicato colpevole
dalla giustizia di Hong Kong

L'editore rischia l'ergastolo

Sentenza attesa non prima del 2026

di Elisabetta Guglielmi15 Dicembre 2025
15 Dicembre 2025
Jimmy Lai

L'ex magnate dei media Jimmy Lai | Foto Ansa

HONG KONG – Jimmy Lai, l’industriale di Hong Kong e uno dei più espliciti oppositori della Cina, è stato giudicato colpevole di sedizione e collusione. L’ex magnate dei media pro-democrazia è stato dichiarato colpevole nel processo sulla violazione della sicurezza nazionale.

La decisione

Lai è ritenuto responsabile di due capi d’imputazione per cospirazione con forze straniere e di un terzo capo per sedizione ai sensi della legislazione dell’era coloniale britannica. L’ex magnate avrebbe violato la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino a giugno del 2020. A firmare la sentenza i giudici Alex Lee, Esther Toh e Susana D’Almada Remedios del tribunale di West Kowloon.

Chi è il magnate dei media pro-democrazia

Pseudonimo di Chee-Ying Lai, Lai è un imprenditore, editore e attivista hongkonghese. Dopo aver fondato la catena d’abbigliamento Giordano e la holding Next Digital, Lai ha fondato anche il giornale Apple Daily, costretto a chiudere nel 2021. La polizia lo ha arrestato il 10 agosto 2020 con l’accusa di aver violato la nuova legge sulla sicurezza nazionale del territorio. Durante i suoi cinque anni di detenzione l’ex magnate è stato condannato per diversi reati minori, dichiarandosi sempre non colpevole di tutte le accuse.

Con una sentenza di 855 pagine, un tribunale di Hong Kong ha emesso un verdetto di colpevolezza per l’editore. Lai sarebbe la mente delle manifestazioni antigovernative che hanno travolto l’ex colonia britannica nel 2019, cospirando con governi stranieri per colpire Cina e Hong Kong con sanzioni.

Mark Clifford, presidente del Comitato per la libertà di Hong Kong, ha commentato che la condanna «segna la fine della libertà di parola e di stampa in quella che è stata a lungo la città più libera dell’Asia».

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