Igor il russo, nuovi misteri10 giorni prima di ucciderespenti i contatti col mondo

Lo ha rivelato il Corriere della Sera disattivati social e schede telefoniche

Prima di diventare un assassino super ricercato, tra il 10 e il 21 marzo Igor il russo ha gradualmente spento i suoi contatti con il mondo. Nel giro di pochi giorni, Norbert Feher, che in realtà è serbo, ha prima oscurato i suoi profili sui social network, a partire da Facebook, quindi ha disdetto, una dopo l’altra, tutte le schede telefoniche che aveva a disposizione, infine ha evitato accessi a Internet che richiedessero password utilizzate fino a quel punto, fino a cancellarsi da Whatsapp. Un comportamento rivelato dal Corriere della Sera che gli investigatori definiscono “inspiegabile” e che avrebbe avuto un senso logico se fosse stato messo in atto dopo i due omicidi, quello del barista Davide Fabbri, l’1 aprile durante un tentativo di rapina in un bar di Budrio e della guardia ecologica Valerio Verri, l’8 aprile a Portomaggiore, ma che invece in questo modo appare insensato, dato che i suoi omicidi non sono stati premeditati. In sostanza, in quel momento, Igor era ancora un “signor nessuno”.

Per alcune rapine commesse nel ferrarese, nel 2015, insieme alla banda del croato Pajdek, era già formalmente latitante, ma sapeva da mesi di essere ricercato e non se ne era mai preoccupato più di tanto, avendo capito che in realtà nessuno gli stava dando davvero la caccia. Secondo quanto ricostruito da tabulati e indagini sul web, Feher aveva continuato a usare Internet e telefonino già noti alle forze dell’ordine, e a nascondersi negli stessi luoghi in cui aveva commesso gli assalti, la zona tra le province di Bologna, Ferrara e Rovigo. In questi mesi, gli inquirenti si sono concentrati proprio sui suoi vecchi amici, che vivono di furti e piccole rapine, per trovare possibili fiancheggiatori della fuga. Uno sforzo finora inutile, dato che a otto mesi di distanza dal duplice delitto, nessuno sa dove sia Igor, probabilmente fuggito in un paese dell’est Europa.

Dino Cardarelli

Trentatrè anni, marsicano, laureato in Comunicazione all’Università di Teramo, città in cui muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con testate cartacee ed online locali. Pubblicista dal 2009, iscritto nell’Ordine abruzzese, vuole continuare ad inseguire il suo sogno: realizzarsi come cronista sportivo.