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Il Censis lancia l'allarme"A rischio 460mila imprese"la burocrazia sotto accusa

In bilico un milione di posti di lavoro i fatturati delle pmi sono dimezzati

La pandemia mondiale da Covid-19 non darà tregua alle imprese italiane neanche l’anno prossimo.  Nel 2021, infatti, l’emergenza sanitaria genererà effetti preoccupanti anche per quanto riguarda la sorte di circa 460.000 piccole medie imprese (pmi), con un giro di affari di “80 miliardi e quasi 1 milione di posti di lavoro”. Questi sono i numeri forniti questa mattina dal Barometro Censis- commercialisti.

A lanciare l’allarme sono il 95% dei commercialisti italiani, i quali riportano che in molte di quelle realtà “con meno di dieci addetti e sotto i 500.000 euro di fatturato” (l’11,5% del totale) è stata registrata una “grave perdita di fatturato, uguale o superiore al 50%”.

A questo si aggiungerebbe una crisi di liquidità, per via di “incassi bloccati e alti costi di gestione da sostenere”, creando un cortocircuito devastante: il 93,9% dei professionisti osserva un taglio di liquidità “uguale o superiore al 50%”.

Queste valutazioni, frutto dell’analisi e dell’interpretazione delle opinioni di oltre 4.600 commercialisti che hanno aderito al progetto Censis – centro nazionale commercialisti, si basano su un’indagine effettuata nel mese di settembre 2020.

Il barometro, tuttavia, tenta di offrire alcune soluzioni al fine di evitare una vera e propria moria di piccole imprese. Secondo gli esperti di categoria occorre agire tempestivamente, intervenendo su ciò che finora non ha funzionato: a quanto risulta dal dossier, il 79,9% si aspetta “più chiarezza nei testi normativi, il 76,7% chiede tempestività nei chiarimenti sulle prassi amministrative, il 70% molti meno adempimenti, il 67,2% una migliore distribuzione delle risorse pubbliche tra i beneficiari”.