Inno di Mameli: adesso anche a scuola

Se lo Stato taglia, gli studenti cantano. E cantano italiano. Con 208 SI, 14 NO e due astenuti, il Senato ha approvato il ddl che promuove l’insegnamento dell’Inno di Mameli a scuola e istituisce la “Giornata dell’Unità della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.
Contrario il Caroccio, che sin dal primo momento aveva annunciato la volontà di disertare le votazioni a un provvedimento considerato “retorico e antistorico”. La nuova legge inserisce l’insegnamento dell’inno nazionale nei piani di studio delle scuole dell’obbligo e, in continuità con i 150 anni dall’Unità italiana, riconosce il 17 marzo “Giorno dell’Unità nazionale”. Obiettivo della legge è diffondere la conoscenza storica del percorso di unificazione dello Stato italiano per mantenere vivo nei cittadini il senso di appartenenza civica. In tal senso il provvedimento prevede anche l’organizzazione di percorsi didattici e apposite iniziative sul Risorgimento italiano e le vicende che hanno condotto all’Unità nazionale e quindi all’approvazione della Costituzione.
LE REAZIONI DELLA LEGA. “Qui si è scelto di fare il lavaggio del cervello ai bambini. Complimenti – ha attaccato il senatore leghista Alessandro Vedani – invece che educarli alla libertà e al senso critico, si impone loro un sentimento. Con questa legge si risveglia lo spirito balilla”. Vedani ha poi attaccato direttamente lo stesso inno definendolo “sgrammaticato, dal contenuto decisamente violento, un pò guerrafondaio … Un bordello insomma”. Vola alto anche Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione a Palazzo Madama, che ha addirittura invocato una sorta di referendum tra Mameli e Verdi: “L’inno di Mameli venne scelto provvisoriamente dopo l’ultima guerra e presto sorpassato nei sondaggi dal Nabucco di Verdi. È quindi sconcertante che ora si voglia ufficializzare quel brano quale inno nazionale, senza che siano stati interpellati i cittadini”. Il senatore leghista ha persino sostenuto che “il testo contiene parole offensive nei confronti di potenze europee, mostrandosi perciò assolutamente datato rispetto all’evoluzione attuale”. Per Giuseppe Leoni “imporne lo studio nelle scuole fa tornare alla mente esperienze vissute durante il fascismo”. Gli fa eco il collega Roberto Castelli: “Avete fatto un convegno, ad esempio, sul fatto che il Risorgimento italiano è stato voluto dalla massoneria inglese? Garibaldi agì per conto e finanziato dalla massoneria”. Ma dinanzi a tali dichiarazioni, c’è stato anche chi ha dichiarato: “quando si canta, purché non sia stonato, per me va sempre bene”. A dirlo è stato nientemeno che il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni.
LE REAZIONI DEL RESTO DELLA POLITICA. Si tratta di “un passo concreto verso la giusta conoscenza delle nostre radici da parte delle future generazioni. Un gesto di amor patrio, doveroso e significativo in questo delicato momento storico dove risulta fondamentale riscoprire quei valori che ci rendono orgogliosi di essere italiani”. Ha così affermato in una dichiarazione la senatrice Laura Bianconi, vicepresidente del Gruppo Pdl al Senato.
Bene anche per il Pd. In quel giorno, in tutte le scuole italiane, verrà promosso il valore della cittadinanza, per “riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della camera, Maria Coscia, commenta l’approvazione definitiva della sua proposta di legge che ha avuto oggi al Senato l’ok definitivo.

di Marina Bonifacio