HomeEsteri Kiev accusa i russi: “Locali usati come scudi umani”. Ferito giornalista italiano

Kiev accusa i russi
"Ci usano come scudi umani"
Ferito giornalista italiano

Mosca: "provocazione dell’intelligence"

Kiev: "Non c'era personale militare"

di Enrico Scoccimarro09 Settembre 2022
09 Settembre 2022

La guerra in Ucraina continua su tre fronti: quello settentrionale di Kharkiv, quello orientale di Bakhmut e quello meridionale di Kherson. È proprio in relazione a quest’ultimo che, in queste ore, si sono sviluppate nuove accuse di Kiev nei confronti di Mosca: “I russi usano la popolazione locale come ‘scudo umano’ in alcune zone della regione” rende noto su Facebook lo stato maggiore delle forze armate di Kiev.

In particolare, secondo Kiev, tale azione si starebbe verificando nel villaggio di “Bolshaya Oleksandrivka”, dove l’insediamento è chiuso all’ingresso e all’uscita. L’Ucraina sta recuperando nell’equilibrio di forze, ha una migliore intelligence e dimostra buone capacità di manovra. Ha anche una riserva discreta di uomini, ma il numero di cannoni e simili non è ancora sufficiente. La controffensiva infatti prosegue nel Sud del Paese provocando pesanti perdite tra le forze russe nelle ultime 24 ore. “Ieri sono stati eliminati 59 invasori – sottolinea il Comando – ed è stata distrutta una quantità notevole di equipaggiamenti militari, così come un ponte e due depositi di munizioni”.

Intanto lo scambio di accuse avviene anche per l’incidente, causato dall’esplosione di una mina, che ha visto coinvolto il giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito. La versione di Mosca, pubblicata nella mattina dell’8 settembre, è che il reporter sia stato vittima di una “provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia”. Sorbi infatti avrebbe tentato di raggiungere in taxi Oleksandrivka dopo aver ricevuto rassicurazioni in merito alla sicurezza del percorso da parte dei militari ucraini.

La risposta di Kiev, al contrario, è che Sorbi non fosse accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino. Questo avrebbe cercato, al contrario, di dissuaderlo dall’attraversare “la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato”.

In un video trasmesso dai media di Mosca, il giornalista giace su un letto e, con gli occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora. Poi aggiunge: “Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura”.

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