"Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta". Recita così uno striscione appeso alla balconata della chiesa di Santo Stefano di Lavagna già strapiena dentro e fuori per il funerale del sedicenne che l'altro ieri si è tolto la vita gettandosi dalla finestra della sua abitazione mentre era in corso un controllo della Guardia di Finanza che qualche ora prima lo aveva sorpreso con della droga leggerla durante un controllo fuori dalla scuola. Tanti giovani, tanti amici della famiglia, le divise della Virtus Entella e il simbolo del gruppo folcloristico a cui il giovane apparteneva. ANSA

La madre del ragazzo suicidaa Lavagna ringrazia la GdFe invita a non drogarsi

Cerimonia funebre e parole controverse dopo il gesto del figlio sedicenne

Sono stati celebrati ieri i funerali del ragazzo di sedici anni di Lavagna (vicino Genova), suicidatosi durante una perquisizione della Guardia di Finanza perché deteneva in casa 10 gr di hashish. «Vi vogliono far credere che fumare una canna sia normale, che faticare a parlarsi sia normale, che andare sempre oltre sia normale. Qualcuno vuol soffocarvi», ha detto la madre adottiva del giovane, Antonella Riccardi.

La donna ha dedicato anche un pensiero alle Guardie di Finanza: «Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi e ha provato con ogni mezzo a combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi».

Secondo quanto dichiarato dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, Renzo Nisi, la donna si sarebbe recata la mattina in caserma per richiedere l’aiuto delle Fiamme gialle, credendo che il figlio frequentasse un brutto giro. «Abbiamo capito che non ci trovavamo davanti a un criminale e siamo intervenuti quasi con una finalità pedagogica visto che erano appunto pochi grammi. Noi siamo al servizio dei cittadini — aggiunge Nisi— e capita a volte che siano gli stessi genitori a chiamarci per chiederci aiuto. Abbiamo agito con tutte le cautele del caso, ma è stato un fatto davvero imponderabile».

«Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su Whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate», ha detto la madre del sedicenne rivolgendosi alle nuove generazioni.

Le sue ultime parole sono invece rivolte al figlio: «Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano. Buon viaggio piccolo mio».

Marina Lanzone

Nata a Monopoli (Ba) il 17 febbraio 1993. Laureata in Lettere all'Università di Bari, ha iniziato a collaborare con una testata on-line. Nel 2016 ha frequentato un Master in giornalismo semestrale che le ha offerto l’opportunità di fare uno stage presso la sede romana del Tg5. Appassionata di teatro e cinema ma anche costume e società ha iniziato il secondo master in giornalismo presso la Lumsa per mettersi in gioco e diventare una giornalista multitasking.