Lazio, fondi Pdl: arrestato Fiorito per peculato. Mancano 1,3 milioni di euro

La sua situazione nello scandalo alla Regione Lazio si complica e allora scattano le manette. Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Pisana, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza e condotto in carcere per un ordine di custodia cautelare. Il “Batman di Anagni” è accusato di peculato: mancano un milione e 300mila euro nelle casse della Regione. Il provvedimento è stato emesso dal gip su richiesta del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pm Alberto Pioletti. Ma l’avvocato di Fiorito, Carlo Taormina, lo contesta aspramente: «Sul piano tecnico non si può parlare di peculato. Quando il denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato – ha spiegato – se ci si trova davanti a un reato, questo è quello di appropriazione indebita, dove l’arresto non è consentito».

I rimborsi “chilometrici”.Una tesi che non convince peròla Procura di Roma. Perché, scavando tra le carte, si scoprono sempre nuovi sprechi di denaro pubblico. Per esempio quello dei rimborsi chilometrici per raggiungere il posto di lavoro. Fiorito avrebbe infatti ottenuto, solo per l’anno 2011, un’indennità di 20mila euro, più o meno 1800 euro al mese che finivano direttamente nella sua busta paga. Un po’ troppo se si tiene conto che l’ex capogruppo viveva a Piazza Bologna. Facendo due calcoli, gli sarebbero spettati 187 euro, non dieci volte tanto.

Nuova indagine a Viterbo. Le cose si mettono male, quindi. Anche perché Fiorito è indagato da ieri anche dalla Procura di Viterbo, per calunnia e falso. Il pm Massimiliano Siddi lo ha interrogato per cinque ore in merito alle fatture false che sono saltate fuori dai conti del partito. La lotta intestina nel pdl laziale si sarebbe infatti combattuta a colpi di dossier e documenti taroccati, per mettere in cattiva luce Francesco Battistoni, il nemico di Fiorito. Le carte sarebbero poi arrivate nelle mani di Paolo Giallorenzo che avrebbe dovuto screditarlo sul suo giornale, l’Opinione di Viterbo. Fiorito dice di non saperne nulla, ma fa cadere i sospetti su altro personaggio coinvolto nell’inchiesta, il coordinatore regionale del partito Vincenzo Piso (che per ora non è indagato). Infatti l’ex capogruppo pdl alla Regione dice di essere stato invitato il 12 settembre scorso proprio da Piso nei suoi uffici alla Camera dei deputati perché gli era stata richiesta una copia delle richieste dei rimborsi di almeno otto consiglieri, tra cui ovviamente Battistoni. Fatte le fotocopie, Fiorito se ne sarebbe andato con i documenti originali. Per le scale si sarebbe imbattuto però in Angela Birindelli, assessore regionale all’Agricoltura, anche lei amica di Giallorenzo e nemica di Battistoni. Alla sua richiesta di avere copia delle carte, Fiorito avrebbe risposto di rivolgersi direttamente a Piso. Cosa sia accaduto in seguito, è ancora un mistero per gli inquirenti. Certo è che quelli che sulla carta erano tremila euro sono poi diventati tredicimila, grazie ad aggiunte successive.

Il partito si sta insomma sfaldando. “Batman” ha già chiamato in causa, nei suoi interrogatori, tutti i consiglieri regionali. E le persone coinvolte nell’inchiesta sullo spreco dei fondi pubblici sono sempre di più. Non solo Fiorito.

 

Claudio Paudice