GERUSALEMME – Appresa la notizia dell’ingresso israeliano a Gaza City, le famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas hanno organizzato una protesta davanti alla residenza del premier Benjamin Netanyahu. La paura è che la notte numero 710 sia stata l’ultima in vita per i prigionieri. I familiari temono per le vite dei loro cari in ostaggio e accusano il primo ministro di averli sacrificati “sull’altare di considerazioni politiche”. L’associazione “Forum delle famiglie degli ostaggi” lo ha anche accusato di aver ignorato i consigli del capo di stato maggiore dell’Idf Eyal Zamir che avrebbe messo in guardia il governo riguardo l’operazione. Dopo aver appreso dai media della protesta, il primo ministro avrebbe lasciato la propria abitazione nel giro di pochi minuti. Dei 251 israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre, 146 sono stati liberati mentre 83 sono rimasti uccisi. Al momento, ne resterebbero in vita solo 22.
Le famiglie degli ostaggi accusano Netanyahu: “Hai scelto di sacrificarli”

Le famiglie degli ostaggi espongono manifesti raffiguranti i volti degli ostaggi ancora tra le mani di Hamas | Foto Ansa

I volti di alcuni degli ostaggi in mano ai familiari in protesta | Foto Ansa

Un'immagine di un ostaggio israeliano in condizioni di malnutrizione | Foto Ansa

Manifestanti espongono il volto di uno dei 22 rimasto prigioniere di Hamas | Foto Ansa

Manifestanti espongono uno striscione che riporta una dichiarzione del presidente americano Donald Trump: "Ogni volta che si fanno progressi, Netanyahu bombarda qualcuno". | Foto Ansa

I familiari degli ostaggi chiedono a gran voce la liberazione dei propri cari sotto l'abitazione di Benjamin Netanyahu | Foto Ansa

Manifestanti espongono l'immagine di un ostaggio in lacrime | Foto Ansa