TEL AVIV – Assicurarsi che Netanyahu non violi il cessate il fuoco e non lanci un’altra offensiva a Gaza. Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance è atterrato all’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv per una visita di due giorni in Israele che serve ad alzare il livello della pressione Usa nei confronti del primo ministro israeliano. Intanto, da Washington, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump punta il dito contro Hamas: “Se romperà la tregua sarà annientato”. Immediata la replica: “Pronti a restituire corpi ostaggi, serve tempo”. Secca la risposta dell’organizzazione terroristica palestinese: “Ci serve più tempo”.
Vance in Israele per vigilare su Netanyahu
Undici giorni dopo le strette di mano di Sharm el-Sheikh, Trump ha rispedito in Israele i suoi emissari: l’inviato speciale Steve Witkoff e il genero Jared Kushner. I due hanno incontrato Netanyahu per provare a rimediare alle fratture nell’intesa emerse durante il weekend. Per rincarare la dose, il presidente americano ha inviato anche il suo vice, J.D. Vance, il più critico nei confronti di Israele tra i membri dell’amministrazione Usa. Con Vance “si discuterà di due cose: le sfide alla sicurezza che ci troviamo ad affrontare e le opportunità diplomatiche che ci si presentano. Supereremo le sfide e coglieremo le opportunità”, ha chiarito Netanyahu prima dell’arrivo di Vance a Tel Aviv. Il vicepresidente americano, secondo i media locali, dovrebbe recarsi nel sud del Paese, verso il quartier generale della neonata forza sostenuta dagli Stati Uniti, per supervisionare l’attuazione del cessate il fuoco. Domani, invece, incontrerà a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog.
Trump: “Se Hamas rompe la tregua, verrà annientato”
Trump sta cercando di assicurarsi che si possa procedere quanto prima alla seconda fase del suo piano per Gaza. In quest’ottica, la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi morti nella Striscia rappresenta un ostacolo. “La tregua è ancora in vigore”, ha assicurato il presidente statunitense, chiarendo però che se i miliziani romperanno il cessate il fuoco, “saranno annientati”. Per la Casa Bianca, in ogni caso, non ci saranno “militari americani a Gaza”.
Hamas: “Restituiremo tutti gli ostaggi, ma ci serve più tempo”
La replica a Trump arriva direttamente da Khalil al-Hayya. Intervistato dal canale Al-Qahira Al-Akhbariya (citato da Times of Israel), il leader di Hamas ha detto che il gruppo è pronto a recuperare e consegnare tutti i corpi secondo l’accordo. “Non desideriamo trattenere nessuno con noi – ha precisato al-Hayya – Lasciamo che tornino ai loro familiari, e anche i nostri martiri torneranno e saranno sepolti con dignità”. Per il leader di Hamas sarebbe difficile raggiungere i corpi, perché alcuni si trovano sottoterra o sotto gli edifici distrutti.
Abu Mazen: “Hamas vero ostacolo alla pace, deve consegnare le armi”
Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha ribadito che per lui lo stato di Palestina è la vera autorità sovrana su Gaza e che Hamas è il vero ostacolo alla pace: “C’è una richiesta internazionale di disarmo che Hamas ha approvato”. ha affermato Abu Mazen. “Inoltre, non dovranno avere alcun ruolo nel governo di Gaza: le armi vanno consegnate – le parole del presidente dell’Anp al Corriere – Hamas ha ancora la possibilità di trasformarsi in un partito politico, se adotterà i principi dell’Olp (che riconosce Israele), rispetterà i suoi impegni internazionali e sosterrà la soluzione dei due Stati”. Abu Mazen, che il 7 novembre atterrerà a Roma per incontrare Giorgia Meloni, Sergio Mattarella e Papa Leone, ha anche aggiunto: “Dopo l’attuazione della prima fase del piano, chiederò al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina”.
Santa Sede: “Inaccettabile l’accanimento dei coloni contro i cristiani in Cisgiordania”
Intanto la Santa Sede ritiene inaccettabile il comportamento dei coloni contro i cristiani in Cisgiordania. “Il problema è molto complesso, non riusciamo a capire perché i cristiani che vivono la loro vita normale sono oggetto di tanto accanimento – ha detto il segretario di Stato Pietro Parolin a margine di un evento di Acs –. Parlare di persecuzione è un po’ problematico ma sicuramente sono situazioni che non possiamo accettare”.