Valdis Dombrovskis (L), European Commission Executive Vice-President in charge of Economy That Works For People, and European Commissioner in Charge of Economy Paolo Gentiloni (R) give a press conference on the review of EU economic governance and launch of debate on its future, in Brussels, Belgium, 05 February 2020.ANSA/OLIVIER HOSLET

Il Mes sarà senza condizioniCommissione rassicura Italia"Escluso commissariamento"

Aperta linea di credito da 240 miliardi Dombrovskis e Gentiloni scrivono all'Ue

Una nuova linea di credito, 240 miliardi di euro per coprire le spese sanitarie dirette e indirette legate al Coronavirus, accessibile a tutti gli Stati membri. Nessuna sorveglianza rafforzata e quindi niente Troika come come molti temevano. Non ci sarà nessun memorandum d’intesa da negoziare poiché l’accesso ai fondi sarà standard per tutti e nessun programma di aggiustamento macroeconomico.

Secondo fonti dell’Unione eurpea, citate dall’Ansa, l’Eurogruppo sarebbe prossimo a un accordo.

Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, in attesa della riunione dei ministri finanziari dell’area euro, che avrà il compito di definire i dettagli, hanno inviato una lettera al presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, in cui spiegano però come si svolgerà l’attività di sorveglianza. Il controllo sul “Pandemic crisis support” del Mes riguarderà il modo in cui sono stati spesi i soldi ricevuti: il credito infatti dovrà essere speso esclusivamente per il settore sanitario.

Restano comunque da chiarire le scadenze del rimborso che al momento sembrerebbero essere fissate a dieci anni, un compromesso tra la richiesta dei paesi dell’area mediterranea – che hanno chiesto una finestra pari al doppio, di venti – e l’Olanda, che vorrebbe fermarsi a metà, a cinque. Per quanto riguarda i tassi per la restituzione del prestito c’è un preaccordo fissato allo 0,1%, anche se i paesi nordici vorrebbero imporre oneri superiori.

Il Mes dovrebbe essere dunque disponibile a giugno e garantirebbe al nostro Paese risorse per 36 miliardi. Non è chiaro però se il finanziamento durerà, come sarebbe stato previsto inizialmente, soltanto fino alla fine dell’epidemia con la conseguenza che, alla cessazione di quest’ultima, il regime del prestito diventerebbe quello normale. Sul Meccanismo europeo di stabilità, in un’intervista al Sole 24 Ore, il vicepresidente M5s del Parlamento Ue Fabio Massimo Castaldo si è mostrato cauto: “Non è detto poi che la proposta della Commissione ottenga l’avallo dell’Eurogruppo e il Mes nasce comunque come uno strumento inadatto ad affrontare crisi simmetriche”.

Dubbi anche da Stefano Fassina di Leu. “La lettera di Gentiloni e Dombrovkis non evita la trappola nel Mes. Nonostante il giubilo politico e mediatico, la lettera si limita, non potrebbe essere altrimenti, ad indicare gli effetti regolamentari delle decisioni dell’Eurogruppo e del Consiglio europeo: non c’è programma, né memorandum all’accesso alla linea di credito legata al Covid-19. Ma il no al Mes non è stato e non è motivato con le condizionalità e il Memorandum da sottoscrivere all’accesso. Il no al Mes è stato motivato e continua ad esserlo in riferimento a quanto avviene dopo l’accesso al Mes. In particolare, in relazione alle conseguenze della valutazione di solvibilità del debitore prevista e non sospesa nel Mes”.

Chiara Viti

Classe 1993. Ha studiato Filosofia a Roma e si è specializzata in Editoria e Giornalismo. Si è avvicinata al mondo della comunicazione lavorando come Ufficio Stampa, poi uno stage nella redazione di Report (Rai 3). Adesso è giornalista praticante presso la Lumsa Master School.