Il ventennale della scomparsa di Bettino Craxi, presidente del Consiglio italiano nel quadriennio 1983-1987 e leader assoluto del Psi dal 1976 al 1993, interroga il Paese e agita ancora i partiti politici, provocando orgoglio, imbarazzi e ribaltamenti storici.
Lo scomodo ritorno di Craxi è iniziato poche settimane fa con l’uscita del film a lui dedicato (Hammamet, di Gianni Amelio), da subito capace di attrarre il pubblico e scatenare il dibattito. Gli italiani e i giornali si sono divisi sulla natura del protagonista, nella pellicola un ex potente vecchio e malato che alterna sofferenza e arroganza, turismo e polemiche anti-magistratura: chi vi ha riconosciuto lo statista esule e chi il latitante impenitente, chi la solitudine del perseguitato e chi l’agiografia del criminale. Tutti comunque schierati, in un momento che per la figlia Stefania, presidente della Fondazione Craxi, è la fine di un “ingiusto oblio” e che per il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio invece è la “rumba per la beatificazione del re di Tangentopoli”.
Certamente se il referendum sulla scala mobile, Sigonella, i processi di Milano e la metratura della villa di Hammamet sono diventati motivi di litigio su Facebook tra amici e parenti, vuol dire che il caso Craxi non è ancora chiuso. A rivelare il solco profondo tra le posizioni basta citare il docente e storico Guido Crainz, che a Lumsanews ha definito Craxi un “falso riformista” e un “artefice della degenerazione della politica italiana”, mentre l’allora ministro socialista Rino Formica, sempre a Lumsanews ha descritto un Craxi rivoluzionario, “nemico del potere costituito”. La ricorrenza del ventennale dalla scomparsa del leader Psi non ha risparmiato i leader e i partiti di oggi, facendo piombare il discorso politico in un dibattito-derby solo apparentemente vintage, con l’esplosione di vecchi rancori, appropriazioni indebite della salma e grossi mea culpa.

Bettino Craxi a Hammamet con i suoi amici pescatori. ANSA
Centrale, in questa riflessione storico-politica, la commemorazione di domenica ad Hammamet organizzata dai figli Stefania e Bobo Craxi: i presenti e gli assenti alla manifestazione restituiscono graficamente il dibattito sull’ex premier socialista.
L’unico partito ufficialmente presente è Forza Italia, che al cimitero cattolico di Hammamet dove è sepolto Craxi partecipa con una folta delegazione parlamentare, incluse le capogruppo di Camera e Senato Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. Gli azzurri si sentono i principali depositari dell’eredità del leader del garofano rosso, la cui figlia Stefania è senatrice proprio con Forza Italia, anche perché accomunati dalla battaglia garantista e contro alcuni magistrati. In questo senso è molto chiara la lettera pubblica vergata da Silvio Berlusconi: “Bettino Craxi ha pagato un caro prezzo per le sue idee, per aver voluto essere un uomo libero e coerente, per aver sfidato il sistema di potere politico, mediatico e giudiziario della sinistra”. Ed è proprio Forza Italia, con la Gelmini, a proporre l’intitolazione di uno spazio pubblico di Milano a Craxi.
Non è dello stesso avviso il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, che sul tema si è scontrato qualche giorno fa con la figlia dell’ex premier Stefania. Secondo il primo cittadino la realizzazione di una targa commemorativa vicino all’abitazione di Craxi, sarebbe un’azione più “semplice”. E comunque per Sala ci dovrebbe essere prima un dibattito in Consiglio comunale. La Craxi l’ha definita una “proposta offensiva”, accusando il sindaco di giocare a “mercante in fiera”. D’altronde il Pd, partito di riferimento di Sala, è diviso e in imbarazzo sul caso Craxi. I democratici non hanno partecipato alla commemorazione di Hammamet, con l’eccezione delle adesioni “personali” del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e del senatore Tommaso Nannicini, entrambi polemici con la generale freddezza del loro partito. Gori ha dichiarato che non bisogna lasciare Craxi alla destra e che il Pd di certe battaglie dovrebbe essergli debitore, anche perché “su tanti temi aveva ragione lui e non Berlinguer”. Nannicini parla di “riflesso condizionato” della sinistra su “moralismo e giustizialismo”. E il comunicato del capogruppo democratico al Senato, Andrea Marcucci, che rivendica una continuità del Pd con il Craxi “socialista e libertario”, non compensa l’assenza e il silenzio del segretario Nicola Zingaretti, proveniente da quel Pci che ebbe in Craxi sempre un nemico.

“Petali di libertà”, flashmob per il ventennale dalla scomparsa di Bettino Craxi in piazza Duomo a Milano. ANSA
Non tace invece il leader di Italia Viva Matteo Renzi, in passato critico col leader Psi ma oggi anche lui sul carro dei “riabilitatori”. Pochi giorni fa in tv ha definito il premier socialista “una grandissima figura di questo Paese, un gigante rispetto ai politici di oggi”. A suggellare la vicinanza di Iv all’esperienza craxiana, la presenza ad Hammamet del capogruppo in Senato Davide Faraone, che ha pure deposto un fiore sulla tomba di Craxi insieme al figlio Bobo.
Interessante la svolta della Lega di Matteo Salvini, che, quando aveva Umberto Bossi come leader e si chiamava “Lega Nord”, era acerrima avversaria di Bettino Craxi, visto come simbolo del vecchio e corrotto sistema del pentapartito. Indimenticabile l’esposizione del cappio alla Camera da parte del deputato leghista Luca Leoni Orsenigo contro i politici inquisiti dal pool di Mani Pulite nel 1993, in piena Tangentopoli. Adesso i tempi sono cambiati e due leghisti di peso come gli ex sottosegretari del governo Conte 1, Armando Siri e Massimo Garavaglia, hanno partecipato alla commemorazione di Hammamet. D’altronde nei mesi scorsi l’influente Giancarlo Giorgetti aveva collocato il leader socialista nel proprio pantheon e lo stesso Salvini aveva recuperato Craxi in chiave “sovranista”, con chiaro riferimento alla vicenda di Sigonella: “Seppe tenere la schiena ben dritta”. A Garavaglia il compito di chiedere scusa per il passato e “arruolare” Craxi: “Il cappio fu una scena pessima. Il leader Psi fu nemico della palude ed euroscettico come oggi la Lega. E pure sovranista. Le sue idee le abbiamo capite meglio della sinistra”.
Nella foto di gruppo di Hammamet non ci sono esponenti del governo, la cui assenza è stata definita “vergognosa” da Stefania Craxi. In compenso pare che il presidente Sergio Mattarella chiederà a breve un incontro alla figlia. Tolto il Colle, tutti impegnati a contendersi o a sfuggire dalle ceneri di Craxi, 26 anni dopo il lancio delle monetine all’ingresso dell’hotel Raphael.