ROMA – Alla ricerca del gol perduto. La classifica dei marcatori della Serie A è trainata dai centrocampisti. Gli attaccanti del campionato sono in difficoltà, tra mancanza di forma e adattamento difficile. Dalle big alle squadre che lottano per non retrocedere, al momento la ricetta per il gol la sfornano a metà campo.
Lo scarso rendimento degli attaccanti
Dal 2011 non si segnava così poco in Italia. Emblematico il settimo turno di campionato: solo 11 reti in 10 partite. Mancano i gol degli attaccanti. Alcuni stanno avendo difficoltà di ambientamento anche per il contesto in cui si sono trovati. Jonathan David – 59 reti in 103 negli ultimi tre campionati al Lille – ha segnato solo un gol con la Juventus in otto presenze. Anche i due centravanti della Roma, Evan Ferguson e Artem Dovbyk, faticano. Solo due gol, tutti dell’ucraino. Non solo. Scendendo di classifica ieri, 29 ottobre, la storia è la stessa: Tasos Douvikas (Como) ha segnato ieri per la seconda volta. Mentre Milan e Genoa sono le uniche squadre senza reti dai propri centravanti. Solo l’Inter ha attaccanti che segnano: tre centri in campionato per Lautaro Martinez, Marcus Thuram e Ange-Yoan Bonny, uno invece per Francesco Pio Esposito.
Centrocampisti goleador
Nelle ultime due partite i marcatori di Napoli e Inter sono stati i centrocampisti: nel big match dell’ottava giornata i primi hanno superato i secondi con le reti di Kevin De Bruyne, Scott McTominay e Zambo Anguissa, mentre per i nerazzurri a segno Hakan Calhanoglu, autore di una doppietta nell’ultima partita contro la Fiorentina. L’altro gol? Del numero 8 Petar Sucic. Nella stessa giornata la capolista vince a Lecce con Zambo Anguissa, il capocannoniere dei partenopei con 4 segnature, come il compagno De Bruyne. Davanti a loro in classifica il numero 10 dell’Inter e Riccardo Orsolini, esterno del Bologna. Poi a quota quattro anche Christian Pulisic e Nico Paz, tutti centrocampisti offensivi. L’eccezione è Federico Bonazzoli, seconda punta della Cremonese.
Un calcio che sta cambiando
Ma perché gli attaccanti hanno smesso di segnare? La risposta potrebbe averla data il centrocampista dell’Atalanta – tre reti in due per gli attaccanti Gianluca Scamacca e Nikola Krstovic – Marco Brescianini, che ha sottolineato come il suo allenatore insista sul gestire il possesso palla e non affrettare il gioco. Stessa filosofia di Cesc Fabregas al Como, dove l’attaccante è il primo pressatore, ma il gioco offensivo è regolato dal numero 10 Paz. Un calcio che punta al possesso porta a privilegiare chi il pallone lo ha maggiormente tra i piedi. Ma non succede solo in Italia. L’Arsenal, capolista della Premier League, è al 17° posto per reti segnate su azione con il centravanti Viktor Gyokeres comprato “perché non soffre se non segna per tanto tempo”, ha detto il tecnico Mikel Arteta. Il calcio sta cambiando e forse l’Italia è la prima ad averlo capito.


