Torino, operaio licenziatodopo un trapianto di fegatoScioperano i colleghi

Accade alla Oerlikon Graziano di Rivoli Cesare Damiano: "licenziamento indegno"

Licenziato al rientro in fabbrica otto mesi dopo un trapianto al fegato. È la storia di Antonio Forchione, 55 anni, operaio della Oerlikon Graziano di Rivoli-Cascine Vica, lunedì ha ricevuto la lettera di licenziamento: “Non posso più svolgere la mia mansione precedente, l’azienda non ha trovato nulla da farmi fare e mi ha mandato via”, spiega l’addetto torinese. I suoi colleghi hanno reagito oggi con uno sciopero di due ore su tutti i turni, proclamato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. L’adesione è stata molto alta. Hanno scioperato anche i lavoratori della fabbrica di Luserna San Giovanni, nel Torinese. Dopo 37 anni di lavoro, 27 trascorsi nella fabbrica di Cascine Vica, ad Antonio mancano ancora 5 anni per raggiungere la pensione: «L’azienda non ha informato le Rsu e ha fatto offerte ridicole al lavoratore, che giustamente le ha rifiutate – spiegano i rappresentanti sindacali –. Non si può trattare in questo modo un uomo che ha dato buona parte della sua vita per la sopravvivenza di questo stabilimento».

Per il futuro non è escluso il ricorso a un’intera giornata di sciopero a livello nazionale che coinvolga anche gli altri stabilimenti piemontesi e il sito di Bari. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera ha così commentato la vicenda: “Il licenziamento del lavoratore torinese, al suo ritorno in fabbrica dopo un trapianto di fegato, è indegno”.

Simone Alliva

Laureato all'università Lumsa di Roma in Scienze dell’informazione, comunicazione e marketing, ha iniziato la professione da giornalista pubblicista nei giornali locali della Calabria. Passando nel 2013 al settimanale “L’Espresso”, dove si è occupato di cronaca politica e diritti civili.