VOTO/6 Astensionismo al 51,5%. Enrico Letta: “Necessaria una riflessione”

Cittadini sempre più sfiduciati, partiti sempre meno riconosciuti. È questo il quadro che emerge dalle elezioni comunali, che domenica e lunedì hanno visto le urne aperte per il ballottaggio. Più di un cittadino su due non si è presentato ai seggi: sezioni semideserte hanno accolto il 48,51 per cento degli aventi diritto. Un’affluenza in calo di ulteriori 11 punti, rispetto a quella del primo turno (59,76 per cento).

Tra il 76,02% raggiunto a Cuneo e  il 41,09% di Milano, gli occhi sono ora puntati soprattutto sulla Capitale, dove la media nazionale dei votanti è scesa al 45,05 per cento. Il democratico Ignazio Marino, ha vinto con il 63 per cento delle preferenze sul pidiellino, Gianni Alemanno. Il sindaco uscente, tentando il bis, ha guadagnato 10mila voti rispetto al weekend del 26 e del 27 maggio (Marino quasi 152mila) e ne ha persi 407mila rispetto alle elezioni del 2008, quando riuscì a sfilare il Campidoglio a Francesco  Rutelli. Già in lizza per un posto al Parlamento europeo, Alemanno ammette che l’astensionismo è un problema politico da “capire”. “Anche al primo turno c’è stata una grande astensione e questa gente – ammonisce – va ritrovata”.

“Fare una riflessione” sull’astensionismo, è il monito che arriva dal premier, Enrico Letta. Al via nel centrodestra ad una discussione sulla sconfitta. Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della Camera, intervistato da Il Messaggero, punta i fari sulla differenza tra i sondaggi nazionali portati su dalla “leadership carismatica di Berlusconi” e i risultati di queste amministrative, in cui “i risultati ci penalizzano attraverso l’astensionismo” aggravato a Roma dalla “scarsa capacità” di Alemanno “di comunicare il lavoro fatto”. Anche Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, ammette che “la disaffezione e l’astensionismo” sono “elementi che oggettivamente preoccupano” il partito che si trova “di fronte a una sconfitta”, ma “la segreteria di Alfano non è in discussione”. Roberto Maroni al Corriere della Sera confessa: “La Lega ha pagato il prezzo delle nostre vicende interne e delle nostre divisioni”, riferendosi alle recenti interviste di Bossi. “Se a Siena ha vinto ancora il Pd e a Treviso ha perso Gentilini, che è la storia della Lega, credo per noi ci sia un disvalore aggiunto, la litigiosità”.

Anna Serafini