MOSCA – L’incontro tra il segretario di Stato Usa Marco Rubio e il suo omologo Sergey Lavrov è momentaneamente sospeso. Lo ha dichiarato alla Cnn un funzionario della Casa Bianca che non ha specificato il motivo dello stop. Non è chiaro quale impatto avrà l’annullamento del meeting sul vertice Trump-Putin a Budapest, in Ungheria, per la guerra in Ucraina. “Il presidente Trump”, ha dichiarato alla stessa Cnn Anna Kelly, portavoce della Casa Bianca, “ha lavorato costantemente per trovare una soluzione pacifica e diplomatica per porre fine a questa guerra insensata e fermare le uccisioni. Ha coraggiosamente coinvolto tutte le parti in causa e farà tutto il possibile per raggiungere la pace”.
Mosca accusa l’Unione europea
Non si è fatta attendere la replica di Mosca, che ha smentito la notizia. “Non possiamo”, ha affermato alla Tass Serghei Ryabkov, vice ministro degli Esteri, “rimandare qualcosa che non abbiamo concordato. L’Ue e la Nato stanno lavorando per ostacolare ogni cosa”. Secondo la controparte russa, che ha parlato di “fake news” occidentali, sarebbero state ancora da definire anche il come e il quando dell’incontro.
Si riattivano i Volenterosi europei
La ripresa del dialogo tra Washington e Mosca, nonostante il mistero dell’incontro annullato, ha rimesso in moto la macchina dei Volenterosi europei convocati venerdì a Londra. “Siamo tutti uniti nel desiderio di una pace giusta e duratura”, hanno dichiarato in un join statement i vertici Ue, Volodymyr Zelensky e i leader di Gran Bretagna, Francia, Italia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, Polonia e Germania.
“Sosteniamo con forza la posizione del presidente Trump”, hanno continuato i Volenterosi e l’Ucraina, “secondo cui i combattimenti devono cessare immediatamente e l’attuale linea di contatto deve essere il punto di partenza dei negoziati. Rimaniamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”.
Trump: “La guerra può finire”
Proprio il presidente americano Donald Trump si dice ancora possibilista sulla fine della guerra in Ucraina. “Penso che ci arriveremo”, ha detto il Tycoon nell’incontro allo studio Ovale col premier australiano Anthony Albanese, rispondendo alla domanda se spera nella fine del conflitto. “Siamo sulla strada di provare a fare un accordo”, ha aggiunto.
“Ucraina non è Gaza”
Ottismo moderato, e ostentato, che si infrange contro due barriere, la Russia e le idee del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Siamo vicini a una possibile fine della guerra ma questo non significa che finirà sicuramente”, ha detto Zelensky mettendo in guardia che la guerra in Ucraina non è come quella a Gaza che Trump è riuscito a fermare, nonostante le sue fragilità.
Lavrov, “Contrari a un cessate il fuoco immediato”
Altra barriera, come anticipato, le resistenze russe. Il ministro russo degli Esteri Serghei Lavrov ha infatti detto che la Russia è contraria a una cessazione immediata delle ostilità in Ucraina, affermando che nel vertice con Putin in Alaska anche Trump aveva sostenuto che “serve una pace duratura e sostenibile e non un immediato cessate il fuoco”.
“Ricordare le cause profonde del conflitto in Ucraina”
Anche perché, secondo lo stesso politico russo, un cessare il fuoco immediato significherebbe “dimenticare le cause profonde del conflitto in Ucraina”. Uno stop immediato “andrebbe contro gli accordi raggiunti durante le lunghe trattative” fra il Cremlino e la Casa Bianca al vertice di Ferragosto in Alaska.
Budapest apre i suoi cieli a Putin
In ogni caso, ciò che al momento preme di più a livello internazionale è ancora il tanto atteso faccia a faccia tra tra Mosca e Washington. Con un cavillo abbastanza importante da risolvere. Sul presidente russo Vladimir Putin pende, dal 2023, un mandato di arresto internazionale: ipoteticamente dovrebbe essere arrestato nell’esatto momento in cui tocchi terra europea. A risolvere la questione ci pensa l’Ungheria. Il ministro degli esteri Peter Szijjarto ha infatti confermato che Sofia sarebbe pronta a fornire un corridoio aereo sicuro per il leader del Cremlino.
L’Italia apre all’acquisto di armi Usa per l’Ucraina
Nel frattempo, La Stampa ha ricevuto conferma da fonti governo italiano dell’indiscrezione raccolta da Bloomberg. L’Italia avrebbe aperto all’acquisto di armi americane da destinare all’Ucraina. Secondo l’agenzia sarebbe stato Guido Crosetto ad avanzare la proposta durante la riunione dei ministri della Difesa della Nato la scorsa settimana.