Acea, ancora disaccordi in Consiglio “cade” il numero legale

“ Anche nella maggioranza si registrano comprensibili dubbi sul provvedimento con cui il sindaco Alemanno vuole svendere il patrimonio industriale romano”. Questo quanto dichiarato da Umberto Marroni, capogruppo PD di Roma Capitale dopo la notizia della caduta del numero legale durante la discussione al Campidoglio sulle holding per il bilancio 2012 che contiene il provvedimento per la cessione del 21 per cento delle quote di Acea.
Si allarga il dibattito
. Con il passare delle ore si allarga il dibattito che vede Alemanno alle prese con la questione energetica e idrica della Capitale, scatenando le ire delle associazioni, dei partiti politici e dei lavoratori dipendenti che, scesi numerosi nelle piazze, hanno manifestato contro la decisione di svendere per pochi soldi l’azienda italiana.
Ma la bagarre non si ferma alle vie della città e impazza su blog e social network un tam tam di informazioni e di lamentele che mettono in evidenza le contraddizioni di un affare che non sembra giovare ai cittadini e al Paese. I sindacati, sul piede di guerra, attaccano i “tecnicismi alla base del progetto di vendita”.
La protesta dei sindacati. E’ stato stimato che dal 2000 al 2011 Acea SpA ha distribuito al Comune, utili per un totale di 450 milioni di euro utilizzati per spesa corrente ad effetto immediato sulla città con investimenti nel sociale e nel settore dei trasporti. I duecento milioni che Alemanno intende ricavare da questa vendita-proseguono i sindacati- avrebbero solo un effetto aleatorio totalmente inutile a tamponare il fallimento della sua gestione. La proprietà di Acea continua a rappresentare un argomento spinoso e a rischiare di essere strumentalizzato dalle diverse correnti politiche.

 Mariangela Cossu