Alessandro, travolto e ucciso da un bus nel cuore di Roma

Oggi l’autopsia. I vigili: “Chi ha visto si presenti al comando”

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Sono gli amici a fare da cornice, in quasi tutte le foto, alle pose spensierate di Alessandro Di Santo sul profilo Facebook, gli stessi, forse, che hanno assistito, ignari, alla sua morte improvvisa. Alessandro è stato travolto e ucciso a 20 anni nel cuore di Roma, a piazza Venezia, dalla ruota di un autobus, in un venerdì notte qualunque.
Sarà oggi l’autopsia a far luce su quanto accaduto al giovane di Villa Gordiani, morto sotto il bus N4 carico di passeggeri, schiacciato dalla ruota sinistra, prima di essere trascinato per una ventina di metri, mentre cercava di salire a bordo del mezzo.
“Pensavo che si fosse scostato” è il racconto disperato reso ai vigili urbani del conducente, 30 anni, ancora sotto shock, inizialmente ignaro dell’accaduto, così come i tanti viaggiatori a bordo. L’autista, Carmine Altomonte, denunciato per omicidio colposo e risultato negativo ai test sull’assunzione di sostanze stupefacenti e alcoliche, sarà sentito direttamente in procura. Il conducente ha anche confermato di aver parlato con la vittima prima della tragedia. Alessandro, poco prima delle 4, si sarebbe avvicinato al bus che si stava allontanando dal capolinea e avrebbe bussato contro il finestrino per farsi aprire le porte e raggiungere i suoi amici già a bordo. “Non posso, sono fuori fermata” avrebbe risposto Altomonte prima di riprendere il percorso verso via Nomentana, una corsa risultata fatale per il giovane. Una scena drammatica, consumatasi in una delle piazze più frequentate della Capitale, sotto gli occhi di un gruppo di coetanei di Alessandro e di un netturbino dell’Ama che stava svolgendo il servizio. A bordo del mezzo, a partire dagli amici del ragazzo, nessuno si sarebbe accorto della tragedia che si stava consumando sotto la ruota di uno dei tanti mezzi del trasporto pubblico locale che corrono, ogni giorno, da un capo all’altro di Roma.
I quattro amici che erano in compagnia della vittima sono già stati ascoltati insieme con sette passeggeri, mentre il ragazzo che era rimasto a terra con Alessandro ha raccontato di averlo “visto uscire da sotto l’autobus”.
Saranno le riprese di una telecamera puntata sul luogo in cui il ventenne (figlio di un autista dell’Atac per un beffardo gioco del destino) ha perso la vita, a dissolvere ogni dubbio sul giallo di piazza Venezia. I vigili urbani del VII gruppo Appio acquisiranno a breve le immagini catturate da uno degli occhi elettronici che sorvegliano la piazza. A quel punto l’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Elena Neri, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, dovrebbe arrivare a una svolta.
“Invitiamo tutti quelli che sanno o hanno visto qualcosa a presentarsi al comando, non devono temere niente” ha spiegato Lorenzo Botta, comandante del Gruppo Appio della Municipale.
“Chi ha visto venga da noi e ci racconti” è l’appello lanciato ai microfoni del Gr1 dai vigili di Roma Capitale, che in queste ore cercano di far chiarezza, insieme con gli investigatori, sull’incidente mortale. Il primo a rispondere all’appello è stato un giovane napoletano che venerdì notte si trovava al capolinea di piazza Venezia e ha assistito all’incidente.
Nelle prossime ore il bus sarà visionato: sarà così possibile verificare in quale punto il ragazzo sia finito sotto la vettura. Verrà, inoltre, analizzata anche la “scatola nera” del mezzo per verificare se l’autista, dopo l’incidente, abbia tenuto comportamenti sospetti e se abbia usato il telefono.
“L’incidente mortale ci addolora intensamente – è stato il commento del sindaco di Roma Ignazio Marino – A nome dell’amministrazione tutta voglio esprimere la mia vicinanza e il cordoglio ai famigliari e agli amici del giovane”.
In attesa di ulteriori risvolti della vicenda resta il cordoglio di fronte al ricordo del “sorriso furbo”, dell’ incedere “dinoccolato” (sono le parole scritte sul profilo Facebook di Alessandro da una delle sue professoresse) del ragazzo che aveva in programma di iscriversi nuovamente a scuola per completare il ciclo di studi. Numerosi i post dei tanti amici, coetanei e conoscenti, che si stringono, con affetto, nella cornice virtuale del social network. Il coro è unanime: «Riposa in pace, frate’».

Samantha De Martin

Samantha De Martin

È nata a Reggio Calabria. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureata in Scienze Umanistiche. Specializzata in Linguistica, ha maturato la passione per il giornalismo grazie ad uno stage nella redazione della rivista “Progress” scrivendo di cultura e viaggi. Ha collaborato con il quotidiano “Cinque giorni” occupandosi della cronaca di Roma. Nel 2008 la passione per la scrittura l’ha condotta alla pubblicazione del romanzo “Pantarei”, vincitore dei premi “Anassilaos” e “Calarco”.