Alitalia, British Airways chiede la procedura d’infrazione per “palese aiuto di stato”. Air France potrebbe sfilarsi dall’aumento di capitale. Scioperano i piloti

La vicenda Alitalia potrebbe finire sul tavolo della Commissione europea per una procedura d’infrazione per aiuti di Stato. Iag, che racchiude British Airways e Iberia, ha infatti annunciato ieri per bocca del suo amministratore delegato, Willie Walsh, di voler ricorrere a Bruxelles contro il piano di salvataggio della compagnia di bandiera che coinvolge Poste italiane, società interamente controllata dal Tesoro. Per ora nessun commento è arrivato dalla Commissione, che attende ancora di conoscere i dettagli del salvataggio.

Otto giorni fa l’assemblea dei soci ha dato il via libera per all’aumento di capitale da 300 milioni di euro senza il quale la compagnia avrebbe dovuto portare i libri in tribunale. Poste spa dovrebbe entrare con quota di 75 milioni sull’inoptato, cioè quella parte di azioni che potrebbero non essere sottoscritte dai vecchi azionisti. Un intervento giustificato dalla volonta di valorizzare Mistral Air, la piccola compagnia di volo fondata da Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, acquistata nel 2005 dall’attore. Mistral opera nel settore del trasporto merci ma funziona anche come low cost principalmente per l’Opera Pellegrinaggi e nel rimpatrio di immigrati clandestini; vanta una flotta di 8 veivoli e i conti in rosso da cinque anni.

I vertici di Alitalia però sembrano preoccupati soprattutto di non veder sfilare via Air France-Klm. Nelle stesse ore in cui Walsh annunciava la decisione di ricorrere a Bruxelles, l’Ad della compagnia italiana volava a Parigi per convincere i soci di maggioranza a partecipare all’aumento di capitale. Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni infatti, Air France potrebbe diluire la sua quota scendendo all’11% (dal 25% attuale). A pesare sulla decisione è soprattutto il forte indebitamento di Alitalia, che ha superato quota 800 milioni di euro e di cui i francesi non hanno alcuna intenzione di accollarsi l’onere. Diluendo la quota, Air France perderebbe il controllo di Alitalia, di fatto lasciandola al suo destino. Un’ipotesi che spaventa il governo anche se ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi si è mostrato ottimista e ha auspicato che «Air France sottoscriva l’aumento di capitale, in caso contrario si apriranno le porte per un nuovo partner internazionale».

Intanto prende forma il piano di salvataggio per evitare il crac della compagnia. Si parla di 1.120 esuberi (200 piloti, 420 assistenti di volo, 300 impiegati e 200 addetti alle manutenzioni) e un possibile stop ai contratti a tempo determinato. Per questo la temperatura a Fiumicino si è scaldata, con i sindacati che ieri hanno confermato lo sciopero di 4 ore di piloti e assistenti di volo.

Carlo Di Foggia e Claudio Paudice