La Camera ha approvato la libertà di scelta per il cognome dei figli

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Non sarà più obbligatorio attribuire ai figli il cognome paterno. La Camera ha, infatti, approvato a voto segreto (239 sì. 92 no e 69 astenuti) il testo unico che introdurrà il doppio cognome nell’ordinamento italiano, adeguandolo in materia alla sentenza dello scorso 7 gennaio con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo  aveva condannato l’Italia per violazione dei diritti umani. I giudici europei hanno stabilito che “dare ai figli il cognome della madre è un diritto”.

Il testo era approdato per la prima volta in aula a Montecitorio nello scorso luglio, ma era stato necessario un rinvio in commissione per appianare le divergenze tra le forze politiche. Hanno votato contro Lega, Fdi, Per l’Italia e Ncd. Forza Italia ha dato ai suoi libertà di voto, mentre Pd e Sel sottolineano la correttezza del provvedimento. Il M5S si è astenuto dal voto.

Le nuove norme non saranno immediatamente operative. L’applicazione sarà subordinata all’entrata in vigore del regolamento, che il governo dovrà adottare entro il tempo limite di un anno per adeguare l’ordinamento dello stato civile. In attesa del regolamento, sarà però possibile aggiungere il cognome materno.

Al momento della registrazione all’anagrafe, secondo quanto decideranno insieme i genitori, il figlio potrà avere il cognome del padre o della madre o i due cognomi. Se però non dovessero accordarsi, il figlio avrà il cognome di entrambi in ordine alfabetico. Stessa regola varrà per i figli nati fuori del matrimonio e riconosciuti da entrambi i genitori. In caso di riconoscimento tardivo da parte di un genitore, il cognome si aggiungerà solo se vi sarà il consenso dell’altro genitore e, se almeno quattordicenne, dello stesso minore. Il principio della libertà di scelta, con qualche aggiustamento, vale anche per i figli adottati, ai quali potrà essere dato solo il cognome di uno dei genitori adottivi da anteporre a quello originario, deciso concordemente dai coniugi. Qualora non dovesse esserci una scelta univoca, anche in questo caso si seguirà l’ordine alfabetico.

Chi ha due cognomi potrà trasmettere al figlio soltanto uno di questi, a sua scelta. Il maggiorenne che ha il solo cognome paterno o materno, con una semplice dichiarazione all’ufficiale di stato civile, avrà la possibilità di aggiungere il cognome dell’altro genitore. Se però nato fuori del matrimonio, non potrà adottare il cognome del genitore che non l’ha riconosciuto.

«È un altro passo in avanti verso la parità dei sessi e la piena responsabilità genitoriale», così ha commentato Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera. «Il figlio – ha spiegato – ora potrà avere o il cognome paterno o quello materno o entrambi, secondo quanto decidono insieme i due genitori. Ma se l’accordo non c’è, il figlio avrà il cognome di entrambi i genitori in ordine alfabetico. L’obbligo del cognome paterno è simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, come tale severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il testo, che auspico il Senato saprà esaminare in tempi celeri, ci pone finalmente in linea con gli altri paesi europei».

Renato Paone

Renato Paone

Nato a Carpi (Mo) il 16 luglio 1986, si è laureato in Scienze Storico–Religiose presso La Sapienza di Roma. Nel 2007 ha iniziato a collaborare con il quotidiano “Il Corriere Laziale” ottenendo, al termine del biennio, il tesserino da pubblicista. Ha proseguito la sua attività giornalistica scrivendo su alcune riviste on line, interessandosi prevalentemente di politica estera, Medio Oriente, Asia e Africa, e pubblicando il suo primo libro, “Jihad e Stampa Cattolica”, nel settembre del 2013.