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Ora indagini sui fiancheggiatori

Cesare Battisti è in Italia
il terrorista a Ciampino
Indagini sui fiancheggiatori

Bonafede: "Giorno storico per l'Italia"

Salvini: "Ora tocca ad altri assassini"

di Giacomo Andreoli14 Gennaio 2019
14 Gennaio 2019

Cesare Battisti è arrivato in Italia. Poco fa l’aereo Falcon 900 del governo italiano è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino. Il terrorista pluriomicida dei PAC, i Proletari armati per il comunismo, ne è uscito a testa alta, con il pizzetto, un giubbotto marrone e senza manette ai polsi. A circondarlo un gruppo di poliziotti. Sulla pista di atterraggio una folla di reporter, il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I due saranno in conferenza stampa con il premier Giuseppe Conte alle 14 a Palazzo Chigi.

“Spero di non incontrarlo da vicino”, ha detto Salvini al Corriere Tv. E ha aggiunto: “L’arresto non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza. Sono sicuro che le forze dell’ordine potranno riassicurare alle galere altre decine di assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita”. Bonafede ha invece sottolineato che questo “è il risultato di un intero Paese, un risultato storico. Oggi l’Italia va a a testa alta”.

Intanto si apprende dall’Ansa che uno striscione con scritto “Battisti libero, amnistia per i compagni, noi resistiamo”, è apparso nella tarda serata di ieri su ponte degli Annibaldi, di fronte al Colosseo, a Roma. La polizia è subito intervenuta per rimuoverlo.

Battisti è stato arrestato nella sera italiana di sabato in Bolivia, a Santa Cruz, dalla polizia locale, supportata dagli agenti dell’Interpol, della Digos di Milano e dagli uomini del nostro Antiterrorismo e dei servizi segreti, che da giorni erano sulle sue tracce. Il terrorista è stato infatti rintracciato grazie a un intenso lavoro di pedinamenti e geolocalizzazioni.

In particolare, è stato intercettato perché ha cercato in più occasioni di collegarsi con uno smartphone a Facebook per comunicare con amici e parenti, che lo hanno protetto durante la latitanza. Il sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna ha spiegato alla stampa che ora ci saranno “ulteriori indagini” sulla rete di fiancheggiatori che ha aiutato Battisti.

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