Troppa gente ancora in giro8mila denunce in un giornoNuova stretta sui controlli

La Lombardia verifica celle telefoniche Modificato modulo di autocertificazione

“Troppa gente è ancora in giro”. A lanciare l’allarme sono sindaci, Croce rossa e forze dell’ordine. Nella giornata di lunedì 16 marzo, ottomila le denunce per violazione delle disposizioni inserite nel decreto emanato dal Governo per limitare i contagi ed isolare il coronavirus.

Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, ha sottolineato che i medici arrivati dalla Cina “da un lato hanno notato che le misure di contenimento messe in atto sono buone ma, per loro, il numero delle persone per strada è ancora molto alto. Anch’io domenica sono rimasto sorpreso e impressionato dalla gente che correva e passeggiava a Villa Borghese. E questo è assolutamente sbagliato”.

La Lombardia, per capire l’incidenza del decreto “Io resto a casa”, ha effettuato un controllo sui movimenti dei cittadini attraverso le celle telefoniche a cui gli apparecchi si agganciano per valutare se ci si è spostati. La portata dello spazio tra una cella e l’altra è di 300-500 metri. Quindi chi esce in giardino non è conteggiato, così come chi compra il pane sotto casa.

“In base alle prime stime, il calo dei movimenti dal 20 febbraio ad oggi è diminuito del 60% —spiega il vice presidente lombardo Fabrizio Sala —. Nel senso che il 40% dei cittadini si sposta abitualmente dal proprio luogo di dimora. Ci sono ancora troppe persone in giro. Il consiglio è, e resta, di rimanere a casa”.

Altro problema è quello dei mezzi pubblici risultati troppo affollati. Ad affrontare la questione il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha presentato una richiesta ad Atm affinché il servizio di trasporto pubblico venga “rimodulato rapidamente” e l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera secondo il quale “ridurre le corse è un errore. O si cerca di aumentarle nelle ore di punta, o si prova a contingentare le entrate, consentendo l’accesso ai vagoni soltanto a un numero ridotto di persone mentre gli altri aspetteranno”.

A Torino i sindaci dei comuni di Grugliasco, Collegno e Rivoli hanno firmato un’ordinanza che prevede la chiusura dei parchi e il divieto di accesso alle aree verdi, in modo da ridurre ulteriormente la circolazione delle persone.

Ma il problema non riguarda soltanto il nord Italia. In Puglia, ad esempio, sono più di cinquecento le denunce fra cittadini ed esercizi commerciali. Nel Salento nelle ultime ore i Carabinieri hanno denunciato penalmente 165 persone.

A Napoli, sempre i militari dell’Arma hanno fermato dodici persone durante un pic-nic all’interno di un parco, con tanto di sedie e tavolini. “Avevamo bisogno di prendere un po’ d’aria”, la loro giustificazione ai militari.

E se all’aumento delle violazioni dei cittadini, si aggiungono anche quelle dei contagiati, appare inevitabile l’intervento di Luciana Lamorgese. La ministra degli Interni ha imposto al capo della polizia Franco Gabrielli e ai prefetti di tutta Italia una nuova stretta sui controlli per chi viene sorpreso in strada e non può giustificarsi. Ma, soprattutto, ha fatto modificare il modulo dell’autocertificazione con l’inserimento di una «voce» in cui la persona fermata deve dichiarare di «non essere in quarantena». Se mente può essere denunciata per procurata epidemia, violazione che prevede fino a dodici anni di carcere.

Intanto si susseguono gli appelli di Governatori, leader politici, sportivi e vip per trasmettere sempre lo stesso messaggio: “Restate a casa”. Il rischio, se la situazione non migliora, è quello di subire misure sempre più drastiche e il prolungamento dell’isolamento nazionale.

Giuseppe Galletta

Nato a Messina il 2 Giugno 1988. Dopo la maturità scientifica conclude gli studi presso l’Università di Messina conseguendo la laurea in Giurisprudenza arricchita dalla frequentazione della Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Nel 2018 entra a far parte del Master di Giornalismo presso l’Università Lumsa di Roma.