Corruzione, arrestato l’ex-dirigente delle Grandi Opere Ercole Incalza

ercole_incalza_640«Sono emersi gravi indizi di colpevolezza per la realizzazione e la direzione dei lavori delle grandi opere». Il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo presenta così l’indagine “Sistema”, che ha portato a 4 ordinanze di custodia cautelare (due in carcere) e 51 avvisi di garanzia. L’accusa dei pm è di corruzione: appalti pilotati con delle tangenti.

Tra gli arresti dei Ros di questa mattina spicca il nome di Ercole Incalza, ex-capo dell’unità di missione del ministero dei Lavori pubblici, burocrate di lungo corso che ha attraversato la storia politica degli ultimi trent’anni, passando quasi indenne per le mani di sette diversi governi, dai socialisti di Bettino Craxi fino all’ultimo Berlusconi.

Incalza, oltre ai 14 proscioglimenti per reati legati alla Pubblica amministrazione, ha alle spalle anche un importante bagaglio di esperienze nel settore delle Grandi Opere. Dall’Expo al Mose, fino alla Tav che gli era costata già a gennaio l’iscrizione nel registro degli indagati della procura fiorentina, con l’accusa di associazione a delinquere, e da cui poi l’inchiesta si è allargata a macchia d’olio sugli altri interessi del superdirigente.

Il sistema era piuttosto semplice. Secondo Creazzo, Incalza «ha messo a disposizione la propria funzione perché fosse asservita agli interessi» dell’imprenditore Stefano Perotti «in cambio di utilità» sotto forma di consulenze. «In pratica – spiega il procuratore capo di Firenze – la direzione dei lavori di molte grandi opere era quasi sempre affidata all’ingegner Perotti per accordo di natura illecita».

Dura la reazione del Movimento 5 Stelle che denuncia le numerose richieste di dimissioni dell’ingegnere Incalza fatte in passato. «Ma la risposta del ministro Maurizio Lupi è stata sempre la stessa: “Incalza è l’uomo giusto al posto giusto”. Adesso è la magistratura a spiegarci cosa volesse intendere il ministro». Tra le carte della procura, infatti, sembrerebbe comparire anche il nome del ministro dei Trasporti in quota Nuovo Centrodestra, che commenta: «Credo che noi dobbiamo in ogni caso auspicare e sollecitare che su queste cose non ci sia nessun ombra. È nell’ interesse del Governo, dei cittadini, di chi vuole che le grandi opere si realizzino e credo sia anche nell’ interesse di chi è stato indagato, in modo tale che possa togliere qualsiasi ombra o, laddove ci dovessero essere delle responsabilità, giustamente pagare per le responsabilità accertate».

Federico Capurso

Nato a Roma il 24 Marzo 1989 e laureato in Scienze delle Comunicazioni Sociali all’Università Pontificia Salesiana. La sua carriera giornalistica ha inizio nel 2012, quando inizia a collaborare con L’Opinione delle Libertà e con il Roma Post, occupandosi di cultura e spettacolo. Nel 2013 passa a La Voce Repubblicana, dove cura la rubrica “Avviso ai naviganti”, dedicata a internet e alle nuove tecnologie. Dal 2013 cura e dirige la produzione digitale della casa editrice Edizioni del Baretti.