"Dove dobbiamo andare?"Roma sgombera i rifugiatiper la terza volta

La denuncia dei movimenti per la casa: "Insufficienti le soluzioni offerte"

Ancora uno sgombero per i rifugiati di Via Curtatone. La polizia ha smantellato il presidio di piazza Madonna di Loreto, a due passi da piazza Venezia nel cuore di Roma. Qui, tra cartoni e sacchi a pelo, dormivano da giorni 57 persone: donne, uomini, bambini. Sgomberati sì, ma solo di 30 metri dai giardini della Colonna Traiana, sono rimasti una ventina sotto il sole cocente e lo sgombero è diventato un gioco di nervi: nessuno vuole più rilasciare interviste: “Siamo stanchi” dicono. Sono stanchi anche i poliziotti: “Aspettare stanca”, dice uno. Aspettare cosa? “Aspettare”. Un agente in divisa scatta e dà uno spintone un ragazzo che cerca riparo all’ombra degli alberi “Attento”. C’è ancora tensione e rabbia. La polizia nega le zone d’ombra e i rifugiati guidati dai movimenti per la casa aspettano soluzioni rinfrescandosi con una tanica d’acqua concessa da qualche volontario.

Ad oggi a 500 rifugiati il Comune ha offerto 24 posti donna in via Savi, 65 per gli uomini tra Casalotti e via dell’Usignolo. Soluzione inaccettabile, si sfoga in perfetto italiano una ragazza eritrea di 30 anni: “Noi dormiamo per terra. Ci dicono che dobbiamo andare nei centri, ma come faccio a separarmi da mio marito. Separare mio marito da mio figlio”. “Non possono separare i nuclei familiari”, racconta a Lumsa News una rappresentante del Movimento per il Diritto all’Abitare: “Dopo lo sgombero alcuni rifugiati, circa una trentina, hanno accettato inizialmente di trasferirsi. Sono andati e poi hanno scoperto che i posti disponibili erano solo quattro”. Alla maggior parte di loro è stato riconosciuto lo status di rifugiato: “Ma non vengono trattati come tali” denuncia la rappresentante di MDA. Mentre dal Campidoglio fanno sapere che la sindaca di Roma Virginia Raggi e il ministro dell’Interno Marco Minniti, stanno collaborando per risolvere l’emergenza abitativa nella Capitale, i migranti spinti dai continui sgomberi cercano riparo altrove: Piazza Della Repubblica, la Stazione Termini. Poco distante, vicino l’Altare della Patria qualcuno riposa su una panchina sotto gli occhi dei turisti. Roma è diventata la città dei miserabili. Invisibile solo perché abbiamo deciso di non guardarla.

Simone Alliva

Laureato all'università Lumsa di Roma in Scienze dell’informazione, comunicazione e marketing, ha iniziato la professione da giornalista pubblicista nei giornali locali della Calabria. Passando nel 2013 al settimanale “L’Espresso”, dove si è occupato di cronaca politica e diritti civili.