Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso. Ansa/Giuseppe Lami

Italia e Arabia Saudita rafforzano le relazioniUrso: "Guardare alla realtà"

Firmato un accordo sugli investimenti Meloni definiva Riad "fondamentalista"

Per il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il Memorandum of Understanding firmato con l’Arabia Saudita il 4 settembre è “una svolta storica”. L’accordo, siglato insieme al Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita guidato da Khalid Al-Falih a margine del Forum Italia-Arabia Saudita di Milano, mira a “sostenere il dialogo tra le istituzioni e le imprese interessate alla promozione degli investimenti tra i due Paesi e a incoraggiare la cooperazione negli investimenti diretti”.

Urso ha affermato che la firma di numerosi accordi tra aziende italiane e saudite rappresenta “un salto significativo” nelle relazioni tra i due paesi: “Noi per loro saremo nella piattaforma industriale e commerciale in Europa, così come loro diventeranno sempre più una piattaforma produttiva e commerciale per imprese italiane nel grande Medio Oriente”. Inoltre, ha definito l’Arabia Saudita un “partner ideale” per raggiungere uno degli obiettivi del ministero: “Realizzare dei campioni europei e internazionali per le nostre imprese che poi sono trainanti per tutte le filiere del made in Italy”.

Alcuni degli accordi stretti tra aziende saudite e italiane in occasione del Forum di Milano del 4 settembre 2023

Le contraddizioni del governo

Anche il presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Arabia Saudita, Marco Osnato (FdI), ha salutato l’accordo come un successo: “Piena soddisfazione per la firma del Memorandum of Understanding tra Roma e Riyadh, che faciliterà la cooperazione in un momento di grande dinamismo economico e commerciale del Regno”. Non esattamente gli stessi termini che gli esponenti di Fratelli d’Italia riservavano al Paese del Golfo quando erano all’opposizione. Lo stesso Urso nel 2019 aveva criticato la visita di Matteo Renzi, presidente di Italia Viva, in Arabia Saudita, che allora veniva definita dall’attuale premier Giorgia Meloni “uno Stato fondamentalista che calpesta i diritti umani”. La presidente del Consiglio invitava in passato a “non perdere tempo con chi deve ancora uscire dal medioevo“, senza nascondere che “tra l’Arabia Saudita e la Russia io come alleato preferisco la Russia“.

Per giustificare il contraddittorio cambio di rotta del governo, Urso ha dichiarato a margine del Forum che “il mondo è molto diverso da quello che noi pensavamo e da quello che abbiamo realizzato”. Assicurando che il governo continua “a difendere il suo sistema dei valori” ha affermato che adesso bisogna “guardare alla realtà”.

La deputata del Pd e presidente del Comitato Permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo, Laura Boldrini, ha depositato il 7 settembre un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di ripristinare l’embargo alla vendita di armamenti verso l’Arabia Saudita, interrotto dal governo Meloni nel giugno scorso. La proposta fa riferimento al rapporto di Human Rights Watch che dimostra che le guardie di frontiera saudite hanno ucciso centinaia di migranti prevalentemente etiopi al confine con lo Yemen. Boldrini ha dichiarato che “il ministro Urso, celebrando un patto commerciale con Riad, rispondeva di ‘guardare la realtà” a chi gli chiedeva se non sentisse problemi etici a stringere accordi con chi è ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi e di numerose violazioni di diritti umani nel proprio Paese o in altri. Ma i sauditi continuano a usare armi, anche italiane, contro civili inermi, e la guerra in Yemen non è finita. La situazione resta precaria”.

Una realtà che il governo saudita cerca di nascondere promuovendosi come partner virtuoso agli occhi occidentali. L’ultima iniziativa che risponde a questo fine è il Saudi Village, un evento organizzato dall’Ambasciata dell’Arabia Saudita in Italia per celebrare i 90 anni delle relazioni tra i due Paesi. Aperto dal 25 al 29 settembre, il Saudi Village si presenta come “un’esperienza per conoscere le tradizioni, la cultura, il cibo dell’Arabia Saudita”. Elementi dall’indubbio valore, che rischiano però di distrarre rispetto alle questioni etiche sollevate dal consolidamento dei rapporti con un Paese che si conferma ogni anno tra i meno attenti ai diritti politici e civili dei suoi abitanti. 

Veronica Stigliani

Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna nel 2019 con una tesi intitolata "States and non-state actors in the Middle East", collaboro con The Euro-Gulf Information Centre (EGIC), OSMED-Osservatorio sul Mediterraneo e La fionda.