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Acquisto di La7, il Cda di Telecom rinvia il negoziato. Cairo: “Non sono un berluschino”.

di Manuela Moccia08 Febbraio 2013
08 Febbraio 2013

Si vocifera che sarà lui ad accaparrarsi La7, anche se ieri il Cda di Telecom Italia si è risolto con un nulla di fatto. Dovrà quindi aspettare Urbano Cairo,  personaggio emergente nel panorama italiano degli imprenditori di successo. Pur essendo all’ordine del giorno infatti, “l’argomento non è stato nemmeno trattato, per motivi di tempo non abbiamo finito l’agenda. Su questo punto – lo ha detto uno dei consiglieri di Telecom, Tarak Ben Ammar, riferendosi a La7 – decideremo in un altro Cda”.

Presidente del Torino football club, proprietario della Cairo Pubblicità, nonché editore di riviste come: Di più, Oggi, For Men, Prima Comunicazione e Nuovo, il percorso di Urbano Cairo, compreso quest’ultimo tentativo di acquistare La7, non può non riportare alla mente quello dell’imprenditore Silvio Berlusconi e la sua Fininvest. E infatti la provenienza è la stessa. Nel 1981, a soli 24 anni, entra in Fininvest per poi diventare amministratore delegato di Publitalia. Ne esce 14 anni dopo, nel 1995, dopo un litigio con Dell’Utri, allora presidente della concessionaria di pubblicità delle reti Mediaset.

Al manager piemontese però non piace essere ritenuto “un piccolo Berlusconi”, come dichiara in un’intervista al Fatto quotidiano: “Mi infastidisce quando leggo che sono l’amico di B., il berluschino che tira via La7 alla democrazia per riporla nelle mani del tycoon onnivoro.  Io con Berlusconi ho chiuso nel 1995, non l’anno scorso. Sono stato il suo assistente è vero e ho riconoscenza per l’uomo. Ma  ricordo che sono stato licenziato da Mondadori.”  Mentre sull’acquisto della rete televisiva aggiunge: “Su La7 non dico nulla di più, non ho alcun titolo e non mi piace parlare del futuribile. Quella televisione ha un palinsesto prestigioso, ma un conto economico difficile. Perciò ho chiesto un piccolo aiutino al venditore per far fronte all’acquisto. Sì, dei soldi. Tolgo a Telecom l’asset più pesante lasciando nelle sue mani il multiplex, dove si fanno i soldi. Mettersi sulle spalle quel gigante d’argilla è un’impresa che necessita ardore e sprezzo del pericolo, una sfida assoluta. A me può riuscire”.

Intanto proseguono le polemiche sulla veridicità dei giornali gossip targati Cairo editore. Il programma televisivo Le iene da un paio di puntate ha posto sotto l’occhio dei riflettori i due giornali “Diva e donna” e il “Nuovo settimanale”, intervistando molti vip, tra cui la stessa conduttrice del programma Ilari Blasi. Tutti gli intervistati dalla iena Filippo Roma hanno preso le distanze dalle dichiarazioni e dai virgolettati pubblicati su questi giornali, sottolineando che non si tratta di interviste realmente avvenute, ma solo della fantasia dei giornalisti e dei direttori delle testate. La Cairo editore ovviamente intende tutelare la sua immagine e considerando i rapporti di tornaconto tra vip e giornali gossip (bene o male basta che se ne parli) per capire come si risolverà questa vicenda c’è da aspettare la risposta di Ascoli e Signorini, i direttori dei due settimanali sotto accusa.

Manuela Moccia

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