Luigi Di Maio durante l'incontro organizzato da Utilitalia in vista delle elezioni politiche 2018 su "Servizi pubblici e nuova politica. Dialoghi con i leader delle forze politiche su Acqua, Ambiente ed Energia", Roma, 14 dicembre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

M5S, grana Parlamentarierisultati non ancora notiprotestano gli attivisti

Nel Pd è scontro tra Renzi e Orlando Centrodestra, non c'è accordo su Pirozzi

Mentre il Movimento 5 Stelle incassa il “Sì” dell’atleta azzurro Fabrizio Donato, che si presenterà all’uninominale, il candidato premier Luigi Di Maio deve affrontare la spinosa situazione delle “Parlamentarie”: le elezioni digitali si sono svolte oltre una settimana fa, e ancora non si conoscono né i vincitori, che andranno a contendersi il seggio in Parlamento, né tantomeno i nomi dei moltissimi esclusi. Gli attivisti sono sul piede di guerra, inferociti per la scarsissima trasparenza, la debole sicurezza della piattaforma digitale (ancora una volta soggetta ad attacchi informatici) e per alcune esclusioni a danno di alcuni attivisti grillini di lungo corso. Dalle pagine del Corriere della Sera Caterina Vitiello, la donna più votata alle regionarie pugliesi, denuncia la sua esclusione: “Ho presentato la mia candidatura e ho ricevuto l’accettazione” ma poi, spiega l’attivista leccese, è sparito il suo nome dal sito. “Hanno fatto una mattanza, epurando gli attivisti della prima ora – spiega Vitiello – ora i loro clic facevano paura a parlamentari e consiglieri”.

Anche il Partito Democratico deve fare i conti con una frattura, questa volta a livello di governance: è infatti Andrea Orlando a fare la voce grossa, chiedendo per lui quasi il doppio dei posti nei collegi rispetto a quanti offerti da Matteo Renzi. Il segretario, che in prima persona si occupa delle liste, ne offre 15, il ministro ne chiede 36. “Non possono «ammazzare» quelli che stanno con me, meglio non candidarsi allora”, avrebbe detto Orlando ad un fedelissimo. Infine il caso della candidatura di Maria Elena Boschi: la sottosegretaria verrà presentata dal Pd a Bolzano, dove una vittoria dem (grazie anche ai finanziamenti erogati da Roma per la regione) è data quasi per certa. La attacca la rivale, la deputata del Pdl, Michaela Biancofiore: “La Boschi è una mia amica, ma cosa ne sa dell’Alto Adige?”.

Intanto, mentre Matteo Salvini stringe con Cristian Solinas una alleanza per le elezioni fra Lega e Partito Sardo d’Azione, il rebus del centrodestra si materializza nel Lazio: dopo il vicedirettore del TG1 Gennaro Sangiuliano, il forzista Maurizio Gasparri (che ancora aspetta di capire per quale “ruolo” sarà candidato), adesso è Stefano Parisi il personaggio intorno al quale Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia cercano l’accordo. Ma nel pomeriggio di ieri è arrivata anche la candidatura di un outsider, Fabio Rampelli del FdI. Il tutto mentre il leader della “quarta gamba” Raffaele Fitto si chiede se al centrodestra non convenga accordarsi con il granitico sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi: il leader dello “scarpone”, che comunque non si farà da parte, viene applaudito dalla Lega ma paga una antipatia istituzionale con i partiti di Berlusconi e Meloni.

Lorenzo Capezzuoli Ranchi

Nato a Roma durante i mondiali di Italia ’90, è iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti. Dopo una esperienza a New York, dove studia Broadcast Journalism alla New York Film Academy, torna nella Capitale per il Master in giornalismo della Lumsa. Estroverso, spigliato e gran chiacchierone, guarda al prossimo biennio col sorriso.