ROMA – A quindici giorni dall’esercizio provvisorio, la legge di Bilancio 2026 è ancora in stallo. La riunione della commissione Bilancio in Senato, prevista per la giornata di ieri 14 novembre, è stata sconvocata e rinviata alle 14 di lunedì 15 dicembre.
Le partite già chiuse
Ma non tutte le riformulazioni degli emendamenti partono da zero. Su alcune modifiche al testo della Manovra la maggioranza sembrerebbe aver raggiunto un’intesa formale. Tra queste c’è la questione che riguarda la proprietà delle riserve auree di Bankitalia che apparterranno “al popolo italiano” secondo quanto prevede l’emendamento proposto dal senatore di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, ma continueranno ad essere gestite dalla Banca centrale europea nel rispetto dei trattati Ue.
Un’intesa bipartisan sembrerebbe essere stata raggiunta anche per Roma Capitale. Se approvato, l’emendamento dell’esecutivo garantirà al Campidoglio importi fissi di versamento e di perequazione. In questo modo, “Roma Capitale non parteciperà più al Fondo di solidarietà comunale dal 2026 attraverso il meccanismo attualmente in vigore basato sulla differenza tra le capacità fiscali e i fabbisogni standard”, si legge nel testo.
In bilico la tassa sui mini pacchi extra-Ue
Più difficile, invece, sarà raggiungere un accordo sull’introduzione della tassa di due euro per i pacchi di valore inferiore a 150 euro in arrivo da paesi extra europei. Nella maggioranza il nodo sul balzello resta nonostante la decisione del Consiglio europeo di imporre, a partire da luglio 2026, un dazio di tre euro sulla stessa tipologia di spedizioni per arginare l’ingresso nel mercato europeo di prodotti provenienti dall’Asia.
A ritardare il via libera del governo italiano, le perplessità sollevate dalle associazioni dei consumatori e della logistica che hanno messo in guardia sulle ripercussioni di una possibile doppia imposizione. Una situazione che potrebbe essere scongiurata sospendendo la tassa prevista in legge di bilancio nel corso del nuovo anno, proprio a ridosso dell’inizio del dazio europeo.
Dall’esame a oltranza all’approdo a Palazzo Madama, le tappe
Da qui a Natale il calendario in commissione è serrato: promette sedute, anche serali, che potrebbero prolungarsi a sabato per esaminare gli oltre 400 emendamenti segnalati dai gruppi di maggioranza e opposizione. Nella maggioranza c’è chi già scommette sull’approdo del nuovo testo in Aula a Palazzo Madama lunedì 22 dicembre con il via libera definitivo atteso negli ultimi giorni dell’anno.


