HomeCultura Marte, c’è ossigeno per garantire forme di vita nel sottosuolo

Prove di vita su Marte
L'ossigeno nel sottosuolo
scoperto da sonda Esa

Uno studio Usa pubblicato su Nature

conferma le ricerche italiane

di Giorgio Saracino23 Ottobre 2018
23 Ottobre 2018

C’è ossigeno su Marte, a sufficienza per ospitare la vita nel sottosuolo del pianeta. A rivelarlo è una ricerca del California Institute of Technology pubblicata sulla rivista Nature Geoscience. Il gruppo di scienziati diretto da Vlada Stamenkovi, utilizzando la sonda dell’Esa europea MarsExpress che monta il radar italiano Marsis, ha scoperto nel sottosuolo del Pianeta rosso l’esistenza di un lago salato che potrebbe permettere la vita di microorganismi. “In un serbatoio di acqua salata di questo tipo ci potrebbero essere elevate concentrazioni di ossigeno disciolto”, ha dichiarato infatti la scienziata della Nasa a capo dello studio. L’acqua del lago potrebbe catturare le poche tracce di ossigeno presenti in superficie in quantità tali da garantire la vita.

Il lago di acqua salata allo stato liquido era stato scoperto lo scorso luglio su Marte, a un chilometro e mezzo di profondità sotto i ghiacci del Polo sud. Gli studi condotti negli ultimi tre mesi hanno evidenziato che sul Pianeta Rosso potrebbero esistere forme microorganismi, senza escludere forme più complesse come le spugne. Ma si tratterebbe di forme organismi particolari, in grado di sopportare tassi di salinità molte elevate e temperature bassissime (in inverno si registrano temperature fino a 140 gradi sotto zero). Sino a questo momento si pensava che Marte non potesse ospitare alcuna forma di vita, a causa della poca quantità di ossigeno. Gli studi recenti hanno chiarito però che per quanto sia stato dimostrato che il pianeta possa essere abitato, ad oggi non si può affermare la presenza di vita su Marte.

Non solo: il fatto che ci sia ossigeno e acqua a sufficienza per garantire la vita, non significa che questa ci sia: “Non sappiamo se Marte abbia mai ospitato la vita” dichiarano infatti i ricercatori. E continuano: “Ma i nostri risultati estendono la possibilità di cercarla”.

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