NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 19:10 del 10 dicembre 2025

HomeEconomia Rizzetto: “Servono i rinnovi dei contratti collettivi, ma non spetta alla politica”

Rizzetto: “Servono i rinnovi dei contratti collettivi, ma non spetta alla politica”

di Chiara Di Benedetto10 Dicembre 2025
10 Dicembre 2025

Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro alla Camera | Foto Ansa

ROMA — “Il mondo del lavoro è cambiato, servono nuovi contratti collettivi ma non può occuparsene la politica”, queste le parole di Walter Rizzetto, deputato di FdI e presidente della commissione Lavoro alla Camera, intervistato da Lumsanews.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo scorso 9 dicembre, ha lanciato un appello all’assemblea di Confesercenti per l’adeguamento dei salari ai redditi. Cosa sta facendo il governo a questo proposito?

“Il presidente Mattarella ha ragione, perché ci sono ambienti in cui gli stipendi non sono dignitosi. Però gli aumenti dei salari, nel nostro Paese, vengono effettuati sulla base della contrattazione collettiva. Il salario minimo, con i famosi 9 euro l’ora, non è accettabile. Sarebbe un rischio troppo grande se una legge partorita da Camera e Senato andasse a incidere in un ambito che è di competenza esclusiva delle parti sociali. Anche perché qualcuno potrebbe avere la tentazione di rifuggire dalla contrattazione di qualità a 15 o 18 euro l’ora, per rifugiarsi in una legge di Stato che parla di 9 euro. Non potevamo correre quel rischio. Però nella nuova legge di Bilancio destiniamo 2 miliardi di euro al rinnovo dei contratti”.

Ci sono contratti collettivi che non vengono rinnovati da decenni, per esempio quello giornalistico.

“Purtroppo è così ma la politica non può obbligare le parti sociali al rinnovo, devono essere le parti a trovare un punto d’incontro. La politica può invece mettere a disposizione delle risorse per la detassazione, cosa che stiamo facendo in legge di stabilità. Per quanto riguarda i giornalisti, abbiamo dovuto cercare un intervento anche da parte dell’Inps per poter garantire la previdenza”.

Cosa non dovrebbe mancare nei nuovi contratti?

“Il mercato del lavoro è cambiato. I contratti dovrebbero aprirsi alle nuove necessità dei giovani, alla conciliazione vita-lavoro, al welfare aziendale, alla settimana corta, allo smart working e ai congedi parentali, anche per i padri. Attualmente, poi, stiamo lavorando su una proposta di legge avanzata dal Cnel che punta a rilanciare l’idea del lavoro come spazio di relazioni basato sul concetto di fraternità.” 

Nei giorni scorsi si è tornati a parlare dell’Ex Ilva e dei 4450 lavoratori in cassa integrazione. Qual è la priorità del governo a questo proposito?

“Penso che al momento bisogna preservare il livello occupazionale e, possibilmente, migliorarlo. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, è al lavoro soprattutto per evitare lo spacchettamento del gruppo siderurgico. L’unica via è il rilancio in termini di investimenti, servono dei player che riescano a risollevare quello che è un benchmark di assoluto riferimento, ovvero l’acciaio italiano. L’Ilva rimane ancora uno degli stabilimenti più importanti d’Europa ma siamo ancora molto piccoli nei confronti di altri player come ad esempio i cinesi. Parallelamente bisogna riuscire a tutelare e preservare l’ambiente e la salute delle persone”.

Nel nostro Paese sono ancora molte le persone che perdono la vita sul posto di lavoro.

“Sì, a questo proposito noi abbiamo approvato una legge per l’insegnamento della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro in tutte le scuole di ogni ordine grado, anche con l’istituto della testimonianza, che io ritengo fondamentale. Persone che hanno subito incidenti gravi sul lavoro andranno personalmente dai ragazzi per raccontare la loro esperienza e sensibilizzare sul tema”.

Ti potrebbe interessare