Una foto di scena di "C'è Ancora Domani" di Paola Cortellesi | Foto Ansa

Polemica sui fondi negatidal Ministero della Culturaal film di Paola Cortellesi

Per il Mic "Scarso valore artistico" Decisione presa dal precedente governo

ROMA – Record d’incassi nonostante i mancati finanziamenti pubblici. Scoppia la polemica su “C’è ancora domani”, la pellicola di Paola Cortellesi diventata il simbolo della lotta delle donne contro la violenza. Il film figura paradossalmente all’ultimo posto in una lista di cinquantuno progetti cinematografici in cerca di finanziamenti pubblici, perché il Ministero della Cultura lo aveva ritenuto “un’opera di scarso valore artistico”, impedendogli di accedere ai fondi dello Stato.

A spiegarlo nel dettaglio è Alberto Pasquale – il presidente di Umbria Film Commission – a Repubblica, facendo scoppiare la polemica sulla capacità di valutazioni delle commissioni ministeriali chiamate a erogare contributi selettivi. Immediata la replica dell’Ufficio Stampa del MIC. “La decisione della Commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il Ministro della Cultura allora in carica, non era Gennaro Sangiuliano”, si legge nel comunicato. Ma il ministro di allora, Dario Franceschini, “respinge le accuse: i contributi a film Cortellesi non li decide il ministro”, sottolinea l’ufficio stampa.

Maria Sole Betti

Classe '96, cresciuta tra l'Adriatico e l'ombra della Madonnina. Da sempre attratta dalle storie degli altri, mi sono laureata in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano. Dopo un Erasmus a Barcellona e una magistrale in Istituzioni e tutela dei diritti, l'approdo a Roma per fare del sogno del giornalismo una professione. Curiosità e chiacchere guidano la mia vita, ma, del resto, ho la luna in Ariete.