Strage via D’Amelio, Riina: “Borsellino innescò la sua bomba”. Col citofono

via-damelioA più di vent’anni dalla strage di via D’Amelio, dove hanno perso la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta si aprono nuovi, inquietanti, scenari. A fornire nuove rivelazioni è Totò Riina, capo dei capi di Cosa Nostra. L’uomo è stato intercettato dalla Dia di Palermo mentre, nel carcere milanese di Opera, parlava con Alberto Lorusso, suo confidente, detto “la badante”.

“ Fu un colpo di genio, il congegno era nel citofono. Quello arrivò, chiamò sua madre, e fece esplodere la bomba”. Così, secondo Riina, alle 16.57 del 19 luglio 1992 è morto Paolo Borsellino, azionando lui stesso la bomba che l’ha ucciso.

Sarà difficile provare la veridicità delle dichiarazioni del boss ma, se fossero corrispondenti alla realtà, un apparecchio così tecnico e raffinato potrebbe essere opera di un esperto del settore, verosimilmente non appartenente a Cosa Nostra.

Ora le intercettazioni, risalenti a novembre scorso e che rappresentano una vera e propria novità nelle indagini, sono state passate alla procura di Caltanissetta. Nessuno, prima di Riina, aveva mai fatto cenno al dispositivo contenuto nel citofono in via D’Amelio. La dinamica dell’esplosione è, tutt’ora, uno degli interrogativi ai quali gli investigatori ancora non sanno dare risposta. Nemmeno gli ultimi pentiti, Fabio Tranchina e Gaspare Spatuzza, hanno saputo spiegare chi avrebbe innescato la bomba nascosta nella Fiat 126 del magistrato. Tranchina, che ha confessato di aver visto Graviano, nei giorni precedenti all’esplosione, cercare un appartamento proprio in via D’Amelio e, successivamente, sistemarsi in un giardino adiacente, ha ammesso di non aver mai visto un telecomando pronto ad azionare la bomba. Ma, se il boss avesse ragione, perché allora Giuseppe Graviano si sarebbe appostato nel  giardino nei minuti precedenti alla strage?

Questo, uno dei tasselli mancanti, insieme all’agenda rossa trafugata e alla chiamata anonima al 113, avvenuta nei momenti precedenti all’esplosione, che, ancora oggi, getta ombra sulla strage di via D’Amelio.

Cecilia Greco

Cecilia Greco

Nata a Roma il 21/06/1990. Dopo essersi diplomata al liceo classico E.Q. Visconti si è laureata in Scienze politiche, indirizzo storico politico, presso l’Università degli studi di Roma Tre con una tesi in Storia del pensiero economico. Dopo un periodo di studio in Francia, ha collaborato con alcuni quotidiani online e cartacei. Nel 2013 è stata selezionata per partecipare al corso di scrittura creativa organizzato da RaiEri. Attualmente frequenta la scuola di giornalismo dell’Università Lumsa.