Un gruppo di agenti fuori dalla Questura di Rimini dopo l'arresto di Guerlin Butungu (D), 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia, nel Pesarese, a Rimini, 3 settembre 2017. ANSA/MANUEL MIGLIORINI

Stupro di RiminiIl Gip convalida l’arrestodel 20enne congolese

Carcere anche per gli altri tre minori Le versioni dei quattro non combaciano

È stato convalidato l’arresto di Guerlin Butungu, il 20enne di origini congolesi accusato di aver stuprato, insieme ad altri tre amici minorenni, una turista polacca e una transessuale peruviana nella notte tra il 25 e il 26 agosto sulla spiaggia di Miramare, a Rimini. Il gip Vinicio Cantarini in mattinata ha ascoltato il giovane per circa un’ora e mezza. Violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate i capi d’accusa pendenti sulla banda, che oltre a Butungu annovera due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e un 16enne nigeriano. Proprio stamattina i due fratelli, ascoltati a Bologna dal Tribunale dei minori, hanno confermato la loro versione, confessando di aver partecipato all’aggressione, ma senza commettere in prima persona lo stupro. Anche per gli altri tre membri della banda è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Tra loro non potrà esserci alcun contatto.

La testimonianza di Butungu. La versione resa dal congolese “non è quella dei minori e delle persone offese”, ha detto al termine dell’udienza Ilaria Perluzza, avvocato del giovane. Già subito dopo l’arresto, il giovane aveva spiegato di aver partecipato ad alcune feste in spiaggia, di essersi addormentato dopo aver bevuto e poi di essere stato raggiunto solo in un secondo momento dai tre amici, per fare ritorno a casa verso Pesaro. Una testimonianza che contraddice quella degli altri tre membri della banda e delle vittime, come anche quella delle telecamere di sorveglianza della zona. Nell’interrogatorio di stamattina altro cambio di versione: Butungu ha affermato di aver tenuto fermo l’amico della turista polacca, mentre gli altri tre abusavano della donna.

La decisione sui tre minori. I due fratelli marocchini, costituitisi sabato scorso, durante l’udienza di convalida del fermo di oggi a Bologna hanno confermato ancora una volta le loro dichiarazioni precedenti. Nel pomeriggio il gip Anna Filocamo ha deciso di accogliere la richiesta della Procura, applicando la custodia cautelare in carcere per i due fratelli e anche per il quarto ragazzo coinvolto, anch’egli ascoltato in giornata. L’avvocato dei due fratelli, Paolo Ghiselli, ha spiegato che i ragazzi “hanno tenuto un atteggiamento collaborativo rispondendo alle domande dei magistrati”.

Giovanna Santoro, difensore del 16enne nigeriano, ha fatto sapere che il suo assistito è molto pentito, oltre che dispiaciuto, e ha compreso la gravità di quello che è successo. Dagli interrogatori dei tre giovanissimi sarebbero inoltre emersi dettagli raccapriccianti sulle violenze di quella notte, brutali e ripetute, che confermano in buona parte la testimonianza delle vittime.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.