Torna la calma al Cie di Ponte Galeria, dopo una notte di tensioni

Quattro poliziotti contro un centinaio di immigrati che tentavano la fuga. Se la sono vista brutta le guardie del Cie di Ponte Galeria che domenica notte hanno dovuto fronteggiare il tentativo di evasione di detenuti armati di spranghe e bastoni. Così brutta che hanno impiegato ben sette ore e 27 lacrimogeni per sedare le tensioni e riportare la situazione alla calma.

Le tensioni. I disordini, di cui si è venuti a conoscenza solo ieri, sono iniziati intorno alle 22. Durante i controlli di routinei vigilanti hanno scoperto, in uno degli alloggi, una corda di sette metri. Vigilanti che erano meno del solito, quattro invece dei dieci previsti, a causa della finale di Coppa Italia tenutasi allo Stadio Olimpico. Non si sa ancora se il tentativo di evasione sia stato spontaneo o programmato. Si sa però che gli immigrati non l’hanno data vinta facilmente: fino alle cinque del mattino i detenuti hanno tentato di scavalcare le recinzioni, e i poliziotti di ricacciarli indietro. Le tensioni si sono placate grazie all’intervento del capo dell’Ufficio Immigrazione della Questura, Maurizio Improta, che ha avviato un’opera di mediazione con gli immigrati. All’alba, dopo diverse trattative, nessun evaso e nessun ferito.

Le polemiche. Ennesimo tentativo di fuga, quindi, dal Cie di Ponte Galeria, come era già accaduto l’estate scorsa. Giorgio Innocenzi, segretario generale della Consap,la Confederazionesindacale autonoma di polizia, denuncia: «Quanto accaduto è la conferma che si sottovaluta la difficile situazione del centro. Il personale sta facendo i salti mortali per assicurare la sorveglianza. I rinforzi sono stati inviati, ma dopo molte resistenze». Sono state avanzate varie ipotesi sull’accaduto. Come quella di un disegno sovversivo comune ai vari Cie italiani, in seguito alle tensioni dei giorni scorsi registrate nei centri di Modena e Bologna che hanno causato il ferimento di alcuni agenti. Sono stati quindi aumentati i controlli, anche in ragione del fatto che i Cie sono tra gli obiettivi caldi dei movimenti rivoluzionari e anarchici europei. Ma critiche alla struttura di Ponte Galeria arrivano anche dai medici. L’ong Medu (Medici per i diritti umani) denuncia infatti una «scarsa attenzione del personale nei confronti degli immigrati con un’evidente inadeguatezza del centro nell’assicurare condizioni di vita dignitose». Un centro dove, a causa dell’allungamento dei tempi necessari all’espulsione, i trattenuti vivono da detenuti, in quello che sembra un carcere ma che carcere non è. Almeno, non dovrebbe esserlo.

Claudio Paudice