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Da ministro a pensatore
L’altra faccia dell’oncologo

Il Veronesi politico
Da ministro a pensatore
L’altra faccia dell’oncologo

di Valerio Del Conte09 Novembre 2016
09 Novembre 2016

Umberto Veronesi si è spento nella sua casa milanese circondato dai suoi cari. Il 28 novembre avrebbe compiuto 91 anni. È nota a tutti la sua brillante carriera nel campo medico-scientifico, ma il suo attivismo si spingeva ben oltre.

Dal punto di vista politico, Veronesi ha sempre simpatizzato per il PSI. Nel 2000, ricopriva la carica di Ministro della Sanità nel secondo governo Amato. La sua battaglia per una legge che andasse a regolamentare i divieti della pratica del fumo nei luoghi pubblici o in altri contesti caratterizza la sua esperienza di ministro. Eletto con il PD, dal 2008 al 2011 assume le vesti di senatore.

Veronesi si caratterizzava per un profilo ideologico assai liberale. Era favorevole alla legalizzazione della cannabis, che riteneva quasi innocua, soprattutto rispetto al tabacco o all’alcol. Si dichiarava contrario alla pena di morte e all’ergastolo ostativo, che riteneva “anti-scientifico”. “Il cervello, come gli altri organi, si rinnova continuamente – affermava l’oncologo – Anche l’assassino più efferato, dopo venti anni, è cerebralmente differente dall’uomo che ha commesso quel delitto”.

Supportava inoltre sia il matrimonio che le adozioni da parte di coppie omosessuali. In linea con quanto sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, riteneva che l’orientamento sessuale dei genitori non influisse minimamente nell’educazione dei figli. Come si può facilmente intuire, l’oncologo era anche promotore di una maggiore laicità dello Stato. Infine, Veronesi era un vegetariano convinto. “Rinunciare alla carne è per me anche una forma di solidarietà e responsabilità sociale”, affermava l’oncologo, che auspicava anche la sostituzione della sperimentazione animale con metodi “bioeticamente” più innovativi. Tali idee, giuste o sbagliate che siano, non si basavano mai su mere considerazioni personali, ma sempre su forti prove scientifiche. Parlare con cognizione di causa era forse la sua più grande virtù, la speranza è che questo sia l’insegnamento per i posteri.

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