Via Liegi diventa via Almirante? Quando la toponomastica ripropone questioni ideologico-identitarie

Via Giorgio Almirante. “Ribattezzeremo così via Liegi, tra viale Regina Margherita e viale Parioli”. È questo l’auspicio di Roberto Cappiello, capogruppo de La Destra nel II Municipio e presidente della Commissione Affari Generali che il 5 giugno ha avviato in sede comunale l’iter per dedicare la strada all’ex segretario del Movimento Sociale Italiano.  La commissione ha votato la proposta a maggioranza. Unico no, quello del PD.
“Sono i veri nostalgici
di un passato che, purtroppo per loro, non tornerà mai più”. Questa la reazione di Cappiello al voto contrario espresso dai membri del Partito Democratico. “Sarebbero costoro le persone con cui condividere l’intitolazione di una via, strada, piazzale al padre della destra italiana, sindaco Alemanno? Proprio coloro che lo hanno sempre odiato?” Chiede retoricamente lo stesso Cappiello, che insiste: “Proseguiremo senza sosta la battaglia per l’intitolazione di una via di Roma a Giorgio Almirante, per rendergli il giusto riconoscimento anche nella capitale d’Italia”.
No ad una strada dedicata a uno “tra i principali esponenti dell’antisemitismo italiano e della Repubblica di Salò”
. Si oppone con chiarezza l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi): “i tentativi di riscrivere la storia italiana attraverso la toponomastica delle strade sono pericolosi e rientrano nella strategia di parte rilevante della destra di legittimare il fascismo ela Repubblica di Salò e di equipararli alla Resistenza, facendo dimenticare le violenze della dittatura, le persecuzioni, le carcerazioni e le deportazioni”.
I precedenti. Il progetto di identificare “via Almirante” è nel cassetto della destra già da tempo: sotto il sindaco Veltroni, due consiglieri comunali di AN avevano coperto la targa a Nilde Iotti (PCI, prima donna Presidente della Camera dei deputati) con la scritta “Via Almirante”. Gianni Alemanno nella prima seduta del Consiglio Comunale del suo mandato di sindaco (2008), aveva riaffermato l’idea dell’intitolazione di una strada al leader del Msi.

Anna Serafini