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HomeEsteri Berlino, colloqui in salita. Gli Usa: “Kiev lasci il Donbass”. Mosca: “Vogliamo la pace, ma Ucraina fuori dalla Nato”

Ucraina, i colloqui a Berlino
presenti leader Ue e Nato
Mosca: “Non tregue, ma pace”

Witkoff: “Kiev abbandoni il Donbass”

Wsj: “Usa non disposti a compromessi”

di Antonio Fera15 Dicembre 2025
15 Dicembre 2025
ucraina

Seduti al tavolo dei negoziati a Berlino del 14 dicembre 2025: il cancelliere tedesco Friedrich Merz; il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il suo capo negoziatore Rustem Umerov; la delegazione americana guidata da Steve Witkoff e dal genero di Trump Jared Kushner | Foto Ansa

BERLINO – Mentre a Berlino prosegue il vertice tra gli inviati ucraini e americani, a Mosca viene pronunciato un messaggio rivolto direttamente al presidente Zelensky: “Putin vuole un accordo di pace, non tregue temporanee”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, risponde così al leader ucraino che, nei colloqui con gli Usa, aveva chiesto un congelamento del conflitto sulle linee attuali. Kiev, ancora decisa a negoziare prima sulla tregua e poi sui territori, rinuncerebbe alla Nato in cambio di garanzie di sicurezza. Ma Mosca mette in crisi questa strategia. Intanto, i negoziatori americani continuano a chiedere all’Ucraina di abbandonare la regione del Donbass.

Zelensky a Witkoff: “Congelare la linea del fronte”

Il leader ucraino si dice “pronto al dialogo”. La prima proposta formulata nell’incontro con gli inviati Usa Witkoff e Kushner è stata quella di “congelare la linea del fronte” (rispetto alla pretesa russa di annettere tutto il Donbass). Per il Financial Times Kiev sarebbe anche disposta a un compromesso sulla Nato: la rinuncia alla piena adesione all’Alleanza Atlantica in cambio di garanzie di sicurezza da parte degli americani.

Witkoff: “Fatti molti progressi”

Dopo l’incontro a Berlino delle scorse ore, Steve Witkoff ha scritto su X che “con Zelensky sono stati fatti molti progressi”. L’incontro “è durato oltre cinque ore”, ha aggiunto l’inviato speciale Usa sottolineando che ci sono state “discussioni approfondite sul piano in 20 punti, l’agenda economica e molto altro”.

A Berlino anche i leader Ue e Nato

I negoziati proseguono oggi, 15 dicembre 2025, con la partecipazione dei capi di Stato e di governo di diversi Paesi dell’Unione europea. A partire dalle 18.30, il cancelliere tedesco Friedrich Merz accoglierà a Berlino: il segretario generale della Nato Mark Rutte; la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen; il presidente del Consiglio europeo António Costa: il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni. Tra gli altri, presenti anche: il primo ministro polacco Donald Tusk; la prima ministra della Danimarca Mette Frederiksen e il presidente della Finlandia Alexander Stubb. Il portavoce del governo tedesco ha confermato, inoltre, che Witkoff e Kushner sono stati invitati ad una cena con gli europei nella serata di oggi.

Wsj: “Gli Usa non disposti a compromessi sul piano di pace”

I colloqui a Berlino tra ucraini e americani non sono agevoli anche perché la parte americana sembra non essere disposta a scendere a compromessi sulla sua bozza di accordo di pace. Lo scrive il Wall Street Journal: “I negoziati si sono trasformati in un tira e molla, anche senza la partecipazione della Russia al tavolo delle trattative”, spiegano diverse fonti al quotidiano americano. Washington spinge per soluzioni rapide, mentre Zelensky e gli europei sostengono che restano differenze significative sia sul ritiro dal Donbass che sulla definizione delle garanzie di sicurezza.

Asset russi, Mosca contrattacca. Kallas: “Non ci sono alternative”

Mentre Bruxelles spinge per usare i profitti degli asset russi congelati a sostegno di Kiev – una decisione definitiva in tal senso non arriverà prima del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre – Mosca passa al contrattacco. La Banca centrale di Mosca ha infatti chiesto al Tribunale arbitrale di Mosca un risarcimento da circa 200 miliardi di euro contro Euroclear, il fondo belga che custodisce i capitali congelati per conto dell’Unione. Ma l’alto rappresentante per la politica estera Ue Kaja Kallas ha ribadito che non esistono alternative praticabili alla proposta sui prestiti garantiti da quei fondi, una soluzione approvabile a maggioranza qualificata e senza costi per i contribuenti europei.

Cremlino: “La non adesione di Kiev alla Nato è pietra angolare dei negoziati”

Intanto per la Russia la non adesione dell’Ucraina alla Nato è “la pietra angolare” dei negoziati di pace e richiede precise garanzie legali. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dai media russi. La questione “richiede una speciale considerazione, sullo sfondo di altre questioni”, ha commentato Peskov. Questo accade mentre i negoziatori americani continuano a chiedere all’Ucraina di abbandonare la regione del Donbass. Lo rende noto un alto funzionario di Kiev all’Afp.

Lega: “L’Alleanza e l’Unione vogliono la guerra”

I negoziati per la pace in Ucraina agitano anche la politica italiana. Con la Lega che nelle scorse ore ha deciso di attaccare frontalmente l’Alleanza Atlantica per le recenti esternazioni del segretario Mark Rutte sul rischio di un conflitto con Mosca. Per Armando Siri, capo dei dipartimenti del Carroccio e consigliere di Salvini al Mit, “La Nato e l’Ue hanno voglia di guerra. Qualunque principio di giustizia ci sia da difendere, non vale certo una guerra che si sa non potrà mai risolvere nulla, può solo portare più morte e distruzione”. Il Carroccio insiste per inserire alcuni passaggi critici sulla strategia Ue e sugli aiuti militari a Kiev già nella risoluzione che sarà votata dalle Camere, in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre.

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