D’Alema: Camera e Senato ai grillini e ai piedellini.
No all’ipotesi del “Governissimo”

Nel caos istituzionale generato e acuito dai risultati di quest’ultima tornata elettorale, oggi, dalle colonne del Corriere, interviene una delle voci storiche della sinistra italiana, Massimo D’Alema. “Ora la priorità è salvare il Paese – afferma D’Alema – e trovare una soluzione con un’assunzione di responsabilità da parte delle forze principali: Movimento 5 Stelle, centrodestra e noi”.

Dopo l’attacco di Grillo al segretario del Pd, definito e tratteggiato nel suo blog con la smorfia napoletana del “morto che parla” (e il numero 47 lì accanto né dà una prova evidente), e il conseguente invito del diretto interessato a riferire il tutto in Parlamento, adesso, per la prima volta dopo le elezioni, il presidente del Copasir scende in campo, in quello che può essere qualificato come un tentativo di mediazione.
La priorità è la salvezza del Paese. Proprio in questo clima di profonda crisi, sostiene D’Alema, anche le forze politiche da sempre contrapposte, unite dal senso di comune responsabilità, politica e sociale, potrebbero decidere d’intentare un tavolo di dialogo, per la salvezza del Paese. Questa in sostanza la proposta di D’Alema, che propone di affidare la guida delle Camere a grillini e piedellini. E a proposito dell’ex comico genovese, ammettendo il suo successo elettorale, che ha prosciugato gran parte della fucina di voti, sia a destra che a sinistra, sostiene che si tratta per lo più di un voto di protesta, con il quale bisogna fare i conti, ma che si qualifica pur sempre come espressione di un certo senso di “angoscia sociale nel Mezzogiorno” e “protesta contro la politica tradizionale nel resto del Paese”.
No all’ipotesi “Governissimo”. Porte aperte a tutti, quindi, e non solo a quelli a 5 Stelle. Di conseguenza anche a Monti, ma occorre rivolgersi alle forze che – dice ancora D’Alema – “per il peso del consenso ricevuto, sono indispensabili a garantire la governabilità del Paese”. Per questo si rende necessaria più che mai l’assunzione di responsabilità da parte delle forze in gioco che, tradotto in termini concreti, vuol dire “far funzionare le istituzioni”. Nessuno può avere interesse a indire nuove elezioni, neanche Grillo, dice D’Alema.  E quando si fa riferimento al senso di responsabilità, l’ex Presidente dei Democratici di Sinistra si riferisce proprio alla “possibilità che ciascuno, mantenendo la propria autonomia, possa confrontarsi in Parlamento alla luce del sole”. E ciò proprio per garantire il funzionamento delle istituzioni parlamentari.
Il Modello Sicilia. L’ipotesi di riprendere lo schema istituzionale prospettato nell’isola siciliana, guidata dal democratico Crocetta e appoggiato da un Governo a maggioranza grillino, pare essere una strada percorribile. Ma con i dovuti accorgimenti: “In Sicilia il Presidente è eletto dal popolo, a livello nazionale il capo del governo, se non riceve la fiducia del Parlamento, non può governare” – continua ancora D’Alema.
Le proposte politiche. Il sistema Italia si trova dinanzi ad un bivio e dalla strada che intraprenderà verrà misurato il suo grado di democraticità. Per questo il Pd, ricorda D’Alema, sostiene ancora la strada di una legislatura costituente tesa al dimezzamento dei parlamentari, alla riduzione degli eletti e soprattutto alla riforma della legge elettorale. Queste alcune delle proposte tratteggiate nell’intervista da Massimo D’Alema che, alla domanda su chi sarà il futuro Presidente del Consiglio, rientrando negli schemi, risponde: “Il governo lo guiderà il partito che ha la maggioranza relativa al Senato e quella assoluta alla Camera. E che ha espresso come candidato premier Bersani”.

di Marina Bonifacio