«Dimmi tutto in parlamento». Bersani replica agli insulti di Grillo che lo aveva definito “morto che parla”

“Mi aspetto nuove elezioni entro un anno”. E’ lo scenario della politica italiana che Grillo dipinge in un’intervista alla Bbc, dopo aver rovesciato su Bersani la doccia gelata: il “no” all’apertura del segretario del Pd sulla formazione di un governo dal programma concentrato in pochi punti essenziali e in grado di raccogliere anche il consenso del Movimento 5 Stelle. Alla tv di Stato britannica, Grillo ha ribadito che “in questo momento” non supporterebbe alcun governo, ritiene che le coalizioni di centrosinistra e centrodestra arriveranno a un accordo e che il Movimento 5 Stelle sarà all’opposizione.

Il punto di Grillo. “Bersani ha passato gli ultimi mesi a formulare giudizi squisitamente politici – ai legge nel Blog di Beppe Grillo –  e ora questo smacchiatore fallito ha l’arroganza di chiedere il nostro sostegno (…) Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle. Se Bersani vorrà proporre l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione”.
Non sembra molto disposto al dialogo il comico genovese, per nulla intenzionato ad indossare i “panni” del politico e ad accantonare il vocabolario della piazza. Decidere caso per caso quali iniziative di legge eventualmente supportare, questa la volontà del M5S, non tiene conto dell’iter costituzionale di dover tributare un iniziale voto di fiducia all’Esecutivo ben prima che questo inizi a governare: senza la fiducia non c’è governo. Questo poco realismo di Beppe Grillo sta causando un travaso di bile a molti elettori del Movimento, che negli unici strumenti a loro disposizione per comunicare con il “guru” del M5S, ovvero i commenti in calce ai post via social network, chiedono al comico di ripensarci e di garantire governabilità al Paese.
Sul suo blog il comico non aveva esitato ad attaccare il segretario dei democratici, che il 26 febbraio aveva fatto intravedere un’esile possibilità di accordo col M5s.  «È uno stalker politico», disse Grillo, «da giorni sta importunando il Movimento, con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. È riuscito persino a perdere vincendo».
La replica di Bersani. Di ben altro tono la replica di Bersani che davanti agli insulti si è limitato a commentare: “Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”. Un modo per ridare nuovamente la parola al Movimento, invitandolo quasi come “sfida” a confrontarsi nelle sedi istituzionali.
L’incertezza resta la vera padrona del campo della politica in questa fase delicata, lo sanno i paesi europei esattamente come i mercati. Un accordo Pdl-Pd causerebbe un moto di sgomento in entrambi gli elettorati dei due partiti e legittimerebbe Grillo a gridare all’inciucio. Proposte di governissimi per togliere terreno di manovra al Movimento 5 Stelle sono pervenute a più riprese solo da Berlusconi, il quale però in questa fase fatica a trovare un interlocutore.

Marco Potenziani