Giornalisti, dure proteste contro l’Inpgi per i tagli alle pensioni

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La bozza di riforma dell’Inpgi, presentata dal presidente  Andrea Camporese (senza un voto del Cda e del Consiglio generale)  all’Fnsi e Fieg, escluderebbe la possibilità per i giornalisti di poter andare in pensione (a qualsiasi età) dopo aver maturato 40 anni di contributi.  Una manovra lacrime e sangue in attesa di essere sottoposto ai ministeri di competenza (Economia e Lavoro) per l’approvazione finale.

Il testo della riforma prevede sia tagli alle prestazioni giornalistiche sia ai contributi aggiuntivi da versare all’Istituto da parte degli editori. Per quanto riguarda le pensioni in essere l’Inpgi stabilisce che gli attuali prelievi in vigore (ex legge 147/2013) fino al 31 dicembre 2016 saranno prorogati per i successivi 5 anni a partire dal 1° gennaio 2017.

I prelievi sono del 6% sulle pensioni   da 91.250,16 a 130.358,8 euro; del 12% da 130.358,81 a 195.538,20 euro; del 18% oltre 195.538,20. Il Cda, inoltre, prevede un prelievo dello 0,5  sulle pensioni da 0 a 30.000,00 euro; dell’1% da 30.001,00 a 60.000,00 euro; dell’1,5% da 60.001,00 a 91.251,15 euro. Tutto questo avviene mentre il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese, tra indennità di carica e altre voci, percepisce annualmente 314.647 euro (questo dato è del 2013). Ben 64mila euro in più del presidente della Repubblica.

Emanuele Bianchi

Emanuele Bianchi

Nasce in Toscana, ma vive da molti anni nella Capitale. Nel 2011 si laurea alla"La Sapienza" in Linguaggi e tecnologie del giornalismo e dell'informazione. Tesi in storia contemporanea, relatrice prof.ssa Simona Colarizi. Pubblicista dal 2006, collabora come cronista per varie testate cartacee occupandosi di sport, inchieste, politica, economia, costume e società. Tifoso viola, appassionato di calcio e di sport motoristici sogna di occuparsi di cronaca sportiva.