Roberto, il ristoratore amico di Benedetto XVI: “Lo vorrei rincontrare”

Il cardinal Joseph Ratzinger amava passeggiare per Borgo Pio, la strada che collega via di Porta Castello e via di Porta Angelica, a pochi passi dal colonnato di piazza San Pietro. Tutti i giorni nel pomeriggio, per circa mezz’ora, usciva dalla sua abitazione al quarto piano in piazza della Città Leonina e si aggirava timidamente in questa caratteristica stradina del centro di Roma. Borgo Pio era diventato il suo quartiere adottivo e qui lo conoscevano tutti perché era solito frequentare le trattorie e i negozietti della zona che ancora custodiscono gelosamente le fotografie scattate insieme a lui. Una volta diventato Papa Ratzinger non poteva più passeggiare liberamente in uno dei quartieri più belli della Capitale, ma i negozianti e i ristoratori che negli anni gli sono rimasti affezionati, hanno continuato a chiedere di lui ai suoi collaboratori più stretti e sapevano bene, quindi, quanto fosse stanco e affaticato. La maggior parte, però, mai avrebbe immaginato che sarebbe arrivato alle dimissioni.
Roberto, proprietario del ristorante “Il passetto del Borgo”, ha gli occhi lucidi quando parla di quel cardinal Ratzinger “colto, affabile, sempre pronto a scherzare con tutti.” “Un fulmine a ciel sereno -dice-, ma accettiamo la sua volontà, perché gli anni passano e le forze diminuiscono”. Il ristoratore romano racconta che Benedetto XVI “ha frequentato il suo locale per 25 anni, prima da vescovo e poi da cardinale”. “Spesso veniva qui con sua sorella Maria e suo fratello padre Georg, anche loro persone speciali e molto socievoli”.
Il Papa e il cagnolino Billy. E ovviamente Roberto non può dimenticare il suo primo incontro con lui: “La prima volta che è venuto, Ratzinger è entrato con discrezione e si è fatto addirittura presentare da un amico in comune, mi è subito sembrata una persona per bene”. “Negli anni -continua- ha stretto un bellissimo rapporto con la nostra famiglia, basato sul rispetto e sulla sincerità. E, si figuri, che addirittura il nostro cagnolino Billy gli era affezionato!”
E c’è un aneddoto molto particolare legato al cagnolino durante i 25 anni di frequentazione del Papa al ristorante romano. “Tutte le volte che passava davanti al nostro locale chiedeva di Billy, lo accarezzava e giocava con lui. Un giorno non lo vide e reagì con profondo dispiacere alla notizia della sua morte”. Ma il legame tra Billy e il cardinal Ratzinger non finì così: “ Dopo essere stato nominato Papa, attraverso uno dei suoi collaboratori, mi chiese alcune fotografie di Billy ed io fui molto felice di spedirgliele”, dice ancora Roberto. Il ristoratore tiene a sottolineare la semplicità dei gusti culinari del Pontefice che “si sedeva ovunque trovasse posto e mangiava di tutto, non amava i piatti troppo sofisticati. Gli piaceva la cucina romana, dalla carbonara all’amatriciana, scaloppine, vitello arrosto e, quando gli andava, un pezzettino di tiramisù e questo era un segno evidente della sua umiltà”.
L’ultimo incontro. “Pochi giorni prima del Conclave, nel 2005, è venuto a mangiare per l’ultima volta, ma io sapevo che in lui c’era qualcosa di speciale e non mi sono tanto stupito quando l’ho visto affacciarsi da quella finestra”, commenta ancora più commosso Roberto. “All’inizio tutti lo definivano rigido e gelido, ma vi assicuro che questo atteggiamento era solo frutto della sua timidezza e riservatezza”. E conclude: “Ricorderò il suo pontificato come un grande pontificato, un Papa dalla grande umanità, solo che -gli trema la voce- lo vorrei rincontrare e spero proprio che succeda ora che ha più tempo libero”.

Francesca Polacco