Roma, la bici tiene testa alle quattro ruote. In due anni i ciclisti sono diventati 170mila

«Ruba una bici e andiamo e chi lo sa la prendo sul serio sai? fuggiamo alla grande, fuggiamo da star» Così recitava una delle canzoni italiane più famose dedicata alle due ruote. Nella Capitale rispetto al 2010 è aumentato il numero delle persone che preferiscono la bici come mezzo di trasporto. 

Si è passati, infatti, dallo 0,4% del 2010  al  4% di oggi (in concreto tra le 150mila e le 170mila ciclisti). Un mondo descritto, oltre che nell’indimenticabile pellicola di De Sica, da un anno sul sito del Corriere della Sera nel blog di Maria Laura Rodotà, che attraversa Roma sulla due ruote e ne descrive i quartieri. Ora la bici sta andando così di moda che si potrebbe dire “dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei”. Tanto che nell’anno appena trascorso l’aumento di uso di bici ha avuto effetti anche sulle immatricolazioni di automobili e consumi di carburante sceso del 20%, mentre la vendita di due ruote è aumentata del 10 %. È stato anche confrontato il numero degli spostamenti giornalieri in bicicletta con l’insieme complessivo degli spostamenti compiuti nel Comune di Roma e  ne risulta che l’indice di mobilità è pari a 2,4 spostamenti al giorno per cittadino.
I romani e la mobilità. Secondo Alberto Fiorillo, responsabile Aree urbane di Legambiente, «Prima ancora della crisi economica sull’evidente aumento del numero di persone che hanno abbandonato l’auto per salire in bici pesa la gravissima crisi della mobilità romana, acuita più che dal malgoverno dell’amministrazione capitolina dalla scelta di non governarla affatto”. «Come si vede, i cittadini si stanno organizzando da soli, -continua  Fiorillo- avendo capito solo usando il buonsenso che la macchina in città è un ostacolo, non un aiuto».
Lo studio sui ciclisti della Capitale. È stato redatto anche un rapporto di un gruppo di architetti guidati da Roberto D’Alessandria e Maria Luigia Convertino e dal designer Matteo Rapisarda, che ha come obiettivo quello di «fornire un valore aggiornato e attendibile sul numero degli attuali utenti e la relativa frequenza di utilizzo della bicicletta per gli spostamenti». Sono almeno 40mila le persone che usano la bici per dieci spostamenti settimanali, un dato molto positivo e sorprendente perché nell’indagine con spostamenti abituali si intende almeno 5 spostamenti compiuti nei 7 giorni. Sono stati ascoltati come campione oltre 5000 intervistati, suddivisi sia in fasce d’età che fasce territoriali. Le età sono state organizzate in tre fasce: giovani fino ai 24 anni; adulti tra 24 e 60 anni; anziani sopra i 60 anni. Si possono definire ciclisti urbani a pieno titolo, gli utilizzatori abituali di bici, che per la maggior parte appartengono alla seconda fascia d’età, con una percentuale tra 6-7% dell’intera popolazione romana. Mentre sono quattro le macrozone considerate nell’indagine: zona a traffico limitato più mura Aureliane; anello ferroviario; confini entro il Grande raccordo anulare; confini comunali extra Gra. Incrociando le due componenti, età e territorio, è emerso che «il primato della zona 1 (ztl più mura Aureliane), con un picco del 10% tra gli anziani e una media complessiva dell’8 per cento. Tale valore diminuisce allontanandosi dal centro» in media 5,4% entro l’anello ferroviario, 4,6% entro il Gra per poi risalire nell’area compresa all’interno dei confini comunali al 5,4%.  La percentuale di spostamenti calcolata nell’indagine è determinata dal numero complessivo di ciclisti che corrisponde a 1.001.165 ciclisti sporadici, e dalla frequenza di utilizzo delle due ruote, una media ponderata di spostamenti settimanali dichiarati per il tasso si rappresentatività di ciascuna intervista.
#Salvaciclisti. In Italia è nato anche un movimento, che sulla scia dell’iniziativa “Cities fit for cyclying” e del  quotidiano londinese Times (che, dopo l’incidente di una sua giornalista in coma da novembre, il 2 febbraio scorso ha aperto la homepage con un appello al governo inglese per una serie di azioni per fermare la strage di ciclisti), chiede alla politica interventi mirati per aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane. #Salvaciclisti ha compiuto un anno l’8 febbraio e l’ha festeggiato con una giornata dedicata al tema della mobilità nella Capitale, “Muoviti Roma”, nel quartiere Garbatella, e una gita fuoriporta, ovviamente, in bici. Uno dei promotori del movimento, Paolo Bellino aka Rota Fixa, ha tracciato un bilancio dell’associazione: «In un anno abbiamo imposto, anche in Italia, un argomento che in altri Paesi non ha bisogno di essere imposto – ha dichiarato all’Adnkronos- socialmente si è assistito a uno scatto avvenuto nella mente di tutti: la bici non è più il mezzo della domenica, ma è diventata un mezzo per spostarsi ogni giorno in città, e anche da parte degli altri utenti della strada inizia a esserci maggiore rispetto per i ciclisti. Insomma – ha sottolineato Bellino – in un anno abbiamo cambiato la percezione dell’uomo ciclabile» Una rivoluzione culturale accompagnata da «pacche sulle spalle da parte del Quirinale e una lettera di sostegno del Presidente Monti», senza però politiche e azioni concrete messe in campo dalle amministrazioni. Tra le iniziative di #Salvaciclisti c’è stata anche “Caro Sindaco”, in cui si chiedeva ai primi cittadini l’implementazione a livello locale di 10 punti per favorire la ciclabilità e la sicurezza dei ciclisti nelle città italiane. Ma sono poche quelle che hanno aderito. Reggio Emilia, città molto sensibile al tema, Milano, Napoli, mentre a Roma non si mosso nulla, pur se è stato approvato il biciplan l’aprile scorso, che poi si è “dimenticato di stanziare”.
La risposta della Regione. La neoeletta nella lista Zingaretti, Cristiana Avenali, ha commentato: «È un dato molto positivo, era già evidente solo andando in giro per Roma. Adesso i numeri lo confermano, e mostrano anche come i cittadini siano molto più avanti delle amministrazioni e delle scelte che vanno verso una mobilità diversa, nuova. Alla luce di questo diventa ancora più importante che le istituzioni sostengano queste scelte. In Regione – spiega la Avenali – possiamo fare moltissimo, e mettere la mobilità nuova al centro delle nostre. Per esempio, insieme ad altri consiglieri, pensiamo di proporre l’ingresso gratuito delle bici sui treni regionali; ma adesso – sottolinea la Avenali – la priorità è non far morire la gente sulle strade, visto che i ciclisti sono aumentati e di politiche adeguate a Roma non se ne vede l’ombra».
Il disegno di legge. E’ stato presentato nel febbraio 2012 da 63 senatori sia della maggioranza che dell’opposizione, e dovrebbe essere riproposto nella prossima legislatura, lo scopo era recepire le richieste formulate nell’appello “Salviamo i ciclisti” per fermare il drammatico numero di incidenti, spesso mortali.
Gli incidenti mortali sulle strade. In Italia in dieci anni sono stati 2556 i ciclisti vittime della strada, il nostro Paese vanta un triste record perché è il terzo Paese europeo, dopo Germania e Polonia, per numeri di morti sulle due ruote, ben 263 persone. Sul dato influisce anche il cronico ritardo delle nostre città rispetto all’Europa di dotarsi di piste ciclabili.

Alessandra Pepe